Chiudere i bar alle 17 in tutta la Lombardia per evitare assembramenti e l’appello a impegnarsi per ”un’allerta sociale” contro il Covid19, dal momento che per ora la situazione sul territorio è sotto controllo ma a preoccupare è l’età media dei pazienti ricoverati con il Coronavirus, scesa di 10 anni rispetto ai primi mesi dell’emergenza. Il coordinatore dell’Unità di crisi della Regione Lombardia per le terapie intensive e primario di Rianimazione al Policlinico di Milano, Antonio Pesenti, non nasconde l’apprensione per il quadro dei contagi in costante aumento e, in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, indica quelle che secondo lui sono le soluzioni da adottare per frenare la nuova corsa del virus.

“Oggi in tutte le terapie intensive lombarde abbiamo 44 pazienti, il 100% con polmonite da Covid in ventilazione meccanica o intubati; significa che sono malati gravi come quelli di marzo e con una mortalità simile, intorno al 40 per cento dei pazienti – spiega il professore -. Le persone con sintomi si presentano subito al Pronto soccorso e questo alleggerisce, per il momento, la pressione sulle rianimazioni perché possiamo intervenire con le cure in modo tempestivo. L’altra variante è che l’età media dei ricoverati è scesa da 71 a 61 anni, con malati gravi anche fra i quarantenni e in alcuni casi anche più giovani, come già accaduto. Molte cose sono diverse, abbiamo maturato un’esperienza enorme, ma manca ancora una terapia specifica contro il virus”, afferma Pesenti.

In questo quadro la campagna vaccinale per l’influenza è cruciale: “I vaccini stagionali potrebbero essere di grande aiuto per diminuire la possibilità di confondere altre infezioni con Covid, ma dobbiamo riuscire a vaccinare almeno il 70% per cento della popolazione, con priorità assoluta per i soggetti a rischio. E in tempi brevi”, spiega il professore.

“Ieri sera rientravo a casa, alle sette circa, e sono passato vicino ai locali in zona Bocconi (190 studenti dell’omonima università sono in isolamento fiduciario, ndr) e ho visto i giovani fuori dai bar senza mascherina a 20 centimetri uno dall’altro. In questo caso – sottolinea ancora Pesenti – l’unica soluzione sarebbe chiudere i bar alle 17, in tutta la Regione, da medico e cittadino non vedo alternative. Dalle ricerche a campione, sappiamo che il 7-8 per cento dei lombardi ha sviluppato degli anticorpi: significa che su 10 milioni di persone, le stime ci dicono che circa 800mila sono entrate in contatto con il virus senza sviluppare la malattia. I malati gravi adesso sono pochissimi rispetto al picco di marzo e aprile, quando siamo arrivati a quota 1.500 pazienti in terapia intensiva. Ma tutto ci fa pensare che non dobbiamo abbassare la guardia – conclude – perché, nonostante gli asintomatici, le curve potrebbero crescere rapidamente”.

IL DISOBBEDIENTE

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