“Continuiamo a lavorare giorno e notte e in queste ore stiamo concentrando gli sforzi per i nostri connazionali in Libia. Abbiamo attivato tutti i canali internazionali e stiamo lavorando in silenzio e con riserbo come richiesto in queste situazioni per raggiungere il miglior risultato. Siamo in continuo contatto con le famiglie dei pescatori”. Nel giorno in cui padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio rientrano in Italia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio torna sul caso dei 18 pescatori italiani sequestrati dalle autorità della Cirenaica il primo settembre insieme alle motopesca Antartide e Medinea e per i quali anche ieri si è tenuta a Mazara del Vallo una manifestazione per la loro liberazione.

Tra i pescatori trattenuti dalla sera del primo settembre, oltre ai membri degli equipaggi dei due motopesca, anche il comandante del peschereccio ‘Anna Madre’ di Mazara del Vallo e il primo ufficiale del ‘Natalino’ di Pozzallo, che la sera dell’accerchiamento erano riusciti ad invertire la rotta.

Agli armatori viene contestata la presenza dei loro pescherecci all’interno delle 72 miglia (sessanta in più delle tradizionali 12 miglia), che la Libia dal 2005 rivendica unilateralmente come acque nazionali, in virtù della convenzione di Montego Bay che dà facoltà di estendere la propria competenza fino a 200 miglia. Il sequestro, peraltro, è avvenuto a poche ore di distanza dal viaggio del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio a Tripoli, per far visita al premier libico riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Serraj e al presidente della camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh.

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