Prima di intervenire nella rissa, i “gemelli” Bianchi stavano “consumando un rapporto sessuale vicino al cimitero” con un amico e tre ragazze. In quel frangente, avrebbero ricevuto una telefonata per accorrere “in soccorso” di Michele C. nel luogo dove poi avrebbe trovato la morte Willy Monteiro Duarte. A spiegarlo al gip Giuseppe Boccarato è stato Marco Bianchi, uno dei due fratelli accusati dell’omicidio del 21enne di Paliano, avvenuto la notte fra sabato 5 e domenica 6 settembre a Colleferro, in provincia di Roma. Una versione confermata anche da Gabriele Bianchi. Entrambi i presunti assassini, tuttavia, non hanno saputo indicare il nome delle ragazze con le quali si stavano accompagnando.
A quanto rappresentato, i fratelli avrebbero lasciato le tre giovani e l’amico e si sarebbero precipitati sul luogo del rissa. “Giunti sul posto con l’auto condotta dallo stesso Marco Bianchi – a quanto si legge nel riassunto della deposizione – non appena sceso dal veicolo si era limitato a spingere Willy Monteiro Duarte, coinvolto nella discussione alla quale nel frattempo avevano preso parte numerose persone, e si era allontanato dai luoghi dopo essersi accertato che la parte offesasi era nel frattempo rialzata”. Marco Bianchi “negava di aver colpito la vittima con calcio o pugni e, allo stesso modo, precisava che né il fratello, né gli altri indagati avevano usato violenza nei confronti di quanti coinvolti nella discussione”.
La versione di Gabriele coincide con quella del fratello, dal rapporto sessuale al cimitero fino all’intervento in piazza: “Una volta giunto a Colleferro e non appena sceso dal veicolo, (Gabriele, ndr) si era limitato a spingere un amico di Willy, che si trovava a fianco dello stesso e che temeva potesse colpire il fratello, ed aveva in effetti notato in seguito la vittima cadere in terra, senza tuttavia saper precisare se per un colpo o per una semplice spinta”. E poi: “Subito dopo aver spinto l’amico di Willy, era indietreggiato e non aveva più preso parte alla discussione in corso” e, soprattutto “erano subentrati nella sua posizione a fronteggiare la vittima e gli amici della stessa, i due coindagati Pincarelli e Belleggia, dunque impegnati nella discussione proprio quando Willy cadeva a terra, prima in ginocchio e poi riverso sul marciapiede”.
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