La solidarietà europea non è qui per restare. Lo chiarisce la cancelliera tedesca Angela Merkel spiegando oggi, tramite il suo portavoce, che il debito comune Ue, concordato nel corso dell’emergenza Covid-19, è una “misura limitata” e “chiaramente circoscritta”. Il portavoce del governo, Steffen Seibert ha precisato che si tratta di una risposta “straordinaria” a una situazione straordinaria in cui si trova l’Europa. Lo riportano i media tedeschi. Il chiarimento arriva dopo che il ministro delle finanze Olaf Scholz, scelto dalla Spd come candidato alla cancelleria, aveva detto che l’indebitamento congiunto non è un fuoco di paglia legato alla crisi, ma un “passo in avanti” per la Germania e l’Ue, da cui non si tornerà indietro. La schermaglia sembra guardare più all’elettorato tedesco che allo scenario dell’UE, tuttavia le possibili implicazioni su scala europea sono evidenti.

Lo stesso auspicio che era stato espresso la scorsa settimana dall’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi nel suo intervento al meeting di Cl. Draghi aveva identificato la mutualizzazione del debito come primo passo di un percorso che potrebbe culminare con la creazione di un unico ministero europeo delle finanze. Il Recovery fund, che mette a disposizione dei paesi europei 750 miliardi di euro (390 sotto forma di sovvenzioni, 360 come prestiti da restituire), prevede l’emissione di titoli per reperire le risorse direttamente da parte della Commissione UE. In questo modo la garanzia verso i creditori è assunta da tutti i paesi membri congiuntamente, aumentando l’affidabilità dei titoli e riducendo quindi il livello degli interessi. A lungo paesi come Olanda, Austria e Danimarca si erano posti a questa soluzione, considerandola un aiuto indebito a paesi come Italia o Spagna. L’Italia, nello specifico, potrà a attingere al fondo per un ammontare fino a 208 miliardi di euro di cui 81 miliardi in forma da sussidi e il resto come prestiti.

La presa di posizione di Angela Merkel arriva nel giorno in cui la Commissione Ue ha presentato proposte al Consiglio europeo per attivare un supporto finanziario di 81,4 miliardi di euro per 15 Paesi a sostegno dell’occupazione (il meccanismo chiamato Sure). Dopo l’ok del Consiglio, gli aiuti saranno stanziati sotto forma di prestiti con interessi agevolati. Per l’Italia sono previsti 27,4 miliardi, la quota più alta

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