Il sindaco M5s di Campobasso, Roberto Gravina. Il primo cittadino di Treviglio, il leghista Juri Imeri. L’assessore regionale delle Marche, Moreno Pieroni. Il presidente del Consiglio comunale di Novara, Gerardo Murante, di Forza Italia. Emergono altri nomi di amministratori che hanno beneficiato del bonus da 600 euro per le partite Iva e i professionisti. Con i dovuti distinguo rispetto al caso dei deputati – che guadagnano 12mila euro al mese – ma anche tra le diverse cariche. Se i due sindaci hanno un’indennità mensile lorda che si aggira intorno ai 3.400 euro, un consigliere e assessore delle Marche come Pieroni riceve emolumenti lordi per più di 9mila euro al mese.

A Campobasso è stato lo stesso Gravina ad ammettere di aver ricevuto le due tranche del bonus per marzo e aprile: “Io non vivo di politica, faccio l’avvocato, ma quella erogazione l’ho immediatamente devoluta al fondo del Comune attraverso un bonifico. La seconda – ha aggiunto – sinceramente non me l’aspettavo, ma sottolineo di averle donate entrambe al Comune”. Inoltre “l’erogazione da parte della Cassa forense viene riconosciuta a chi ha dimostrato di aver avuto un calo del fatturato“. Per questo, ha detto, “mi spiace che si sia ingenerato un problema che a mio avviso non è equiparabile a quello che è accaduto”.

Il sindaco di Treviglio Imeri invece ha spiegato al Corriere della Sera che è il commercialista che “li ha chiesti”. Il quotidiano racconta che il primo cittadino leghista da qualche anno ha un’attività nel settore della sicurezza per le aziende e nell’ultima dichiarazione dei redditi, relativa al 2018, ha dichiarato poco meno di 44mila euro. Imeri ha poi aggiunto: “Dal 22 febbraio ho vissuto in prima linea l’emergenza Covid, rischiando la salute e rinunciando troppo alla famiglia e molto alla mia professione, penalizzata anche dal fatto di essere strettamente correlata alle attività di aziende e attività commerciali che durante il lockdown sono rimaste chiuse“.

Dice di non aver saputo nulla invece l’assessore al Turismo Pieroni, che nel consiglio regionale delle Marche siede tra i banchi della lista Uniti per le Marche che appoggia il governatore dem Luca Ceriscioli. Il suo ‘outing’ al Corriere Adriatico: Pieroni, titolare al 50% in società di uno studio odontotecnico, racconta di aver ricevuto il bonus il 30 giugno, senza aver saputo che fosse stato richiesto dal socio, e di avere, il 9 luglio, girato accrediti per gli stessi importi ricevuti alla Caritas di Loreto e Castelfidardo e al Centro turistico giovani Loreto, aggiungendo anche 200 euro. “Sarebbe bastato bloccare l’accesso ai contributi ai parlamentari e rappresentanti delle Regioni per evitare tutto questo”, dice Pieroni, che si candiderà a sindaco di Loreto.

Da Novara, Murante non ha ancora commentato la notizia. Tra i beneficiari dell’indennità anche due assessori della giunta di centrodestra guidata da Alessandro Canelli, Elisabetta Franzoni e Luca Piantanida, che hanno però ricevuto l’indennità dalle loro casse professionali. Franzoni è avvocato e Piantanida architetto: “L’aiuto – spiegano – ci è arrivato dalle nostre rispettive casse previdenziali autonome e solo perché rispettavamo tutta una serie di paletti ben precisi. Nessun soldo pubblico, dunque”. Ma in realtà le indennità agli iscritti alle casse private sono state finanziate dal decreto cura Italia e rifinanziate dal decreto Rilancio, con soldi pubblici.

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