“Il mondo spende miliardi ogni anno per prepararsi a potenziali attacchi terroristici, ma abbiamo imparato la lezione nel modo più duro: a meno che non investiamo nella preparazione contro le pandemie, e nella crisi climatica, restiamo esposti a danni enormi“. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolinea come la pandemia di Covid-19 abbia mostrato “i limiti dei sistemi sanitari, sia di quelli deboli che di quelli forti, senza lasciare alcun paese intatto. Ha colpito tutti noi”. Quindi è necessario investire e prepararsi ad altre eventualità future, visto che “gli eventi degli ultimi sette mesi sono un tragico promemoria dell’insicurezza e dell’instabilità che la malattia può causare. La pandemia di Covid-19 ha cambiato il nostro mondo. È stato uno stress test per la nostra infrastruttura politica, economica, culturale e sociale. E ci ha trovati fragili“.

Ghebreyesus ha poi ricordato che al momento ci sono “200 vaccini in sviluppo nel mondo, con uno sforzo della ricerca senza precedenti. E già sei candidati vaccini in fase avanzata di sperimentazione clinica”. Nonostante questo però, la soluzione non c’è e, dice il direttore generale dell’Oms, e “non sappiamo ancora se avremo un vaccino. Per questo motivo il nostro messaggio è chiaro: usate tutti i dispositivi che abbiamo e che si sono rivelati efficaci”.

Nel corso della consueta conferenza stampa dell’Organizzazione mondiale della Sanità è intervenuta anche l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico per il coronavirus, che ha parlato di bambini e di scuole, tema cruciale in queste settimane per moltissimi Paesi, alle prese con misure di precauzione e chiusure improvvise. “Ci sono ancora molte cose che non conosciamo sui bambini e Covid. Sappiamo che possono essere infettati – ha detto smentendo, peraltro, Donald Trump -, e in genere i sintomi sono più lievi, ma c’è anche chi si ammala in modo grave e chi è morto. Sappiamo che possono trasmettere il virus, ma non si sa ancora quanto. Stiamo imparando. Quello che sappiamo è che, se il virus circola nella comunità, può entrare nelle scuole. Dunque prima di riaprire bisogna valutare il livello di circolazione, implementare misure igieniche e il tracciamento, e assicurare la rapidità di intervento in caso di focolai”.

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