Le borse europee chiudono tutte in deciso ribasso sulle nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina. Pechino, dopo la chiusura del consolato cinese a Houston, ha infatti chiuso per ritorsione il consolato statunitense a Chengdu e tra la due potenze fioccano accuse incrociate. A Milano il Ftse Mib ha perso l’ 1,8%, Francoforte chiude a – 2%, Parigi giù dell’1,5%, Londra – 1,4%. A metà seduta Wall Street in negativo su tutti i listini. L’aumento delle tensioni fornisce ulteriore spinta all’oro che ha sfondato quota 1.900 dollari/oncia sui massimi da 11 anni. Euro ancora in rialzo sul dollaro e ormai sopra 1,16. Sul mercato obbligazionario intanto il rendimento dei Btp decennali italiani ha oscillato intorno all’1%. Il differenziale rispetto ai Bund tedeschi (spread) scende a 144 punti.

In compenso sul fronte produttivo in Eurozona l’attività economica a luglio è ripartita. L’indice Pmi composito dell’area, che monitora l’attività dei settori servizi e manifatturiero è balzato a 54,8 punti da 48,5 di giugno. E’ il livello più alto da giugno 2018. L’indice, rilevato da Ihs Markit, in base al sondaggio fra i direttori degli acquisti delle aziende, è tornato sopra quota 50 che rappresenta la soglia di demarcazione tra espansione e contrazione del ciclo economico. Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero è risalito a 51,1 da 47,4 e quello dei servizi a 55,1 da 48,3.

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