“Quando sono in pericolo le fondamenta dell’Ue, nessuno Stato può avvantaggiarsi a scapito di altri”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo che all’alba il consiglio dei ministri ha raggiunto l’accordo su Autostrade con l’uscita dei Benetton e la loro rinuncia a tutti i ricorsi, si è presentato davanti al Parlamento per riferire in vista del consiglio Ue del 17-18 luglio sul Recovery fund. Un appuntamento ancora una volta decisivo sugli aiuti per far fronte all’emergenza economica dovuta alla pandemia e che arriva dopo il tour europeo del premier per rafforzare il fronte contro i Paesi cosiddetti “frugali”. “In questo grave tornante della storia Ue o vinciamo tutti o perdiamo tutti”, ha ribadito il premier all’Aula. La decisione sul Recovery Fund “è stata senza precedenti” e “modifica i termini del rapporto tra commissione e governi nazionali. Adesso sono i singoli Stati a essere richiamati ad una maggiore responsabilità indicando i propri progetti di rilancio. Tocca ora a noi, capi di Stato e di governo, assumere una decisione altrettanto coraggiosa”. E, ha garantito Conte, l’Italia non sarà da meno: “Dopo la pausa estiva”, ha detto, “presenteremo a Bruxelles il nostro piano di ripresa e resilienza, saremo i primi“. Il presidente del Consiglio è intervenuto alle 9 alla Camera e alle 15 al Senato. A Palazzo Madama è stato accolto dagli applausi dei senatori M5s che hanno espresso così il loro apprezzamento sulla trattativa per l’accordo su Aspi.

Le risoluzioni e la trappola (mancata) di +Europa sul Mes – Molto atteso era il voto sulle risoluzioni al termine dell’informativa di Conte, che però, nonostante i timori della vigilia, non ha riservato particolari sorprese. Se la trappola delle risoluzioni pro Mes è stata sventata, un campanello d’allarme è venuto dal fronte Italia viva: i renziani sia a Montecitorio che a Palazzo Madama hanno votato a favore delle mozioni di +Europa per chiedere l’attivazione del Mes. Le risoluzioni non sono state approvate, ma le mosse di Italia viva sono messaggi chiari per la discussione che si aprirà nelle prossime settimane.

A Montecitorio la risoluzione di maggioranza, che aveva naturalmente il parere positivo del governo, è stata approvata con 286 sì, 227 no. E’ stata bocciata invece quella presentata da +Europa che chiedeva l’attivazione del Mes: 402 i voti contrari, Italia viva ha votato a favore e Forza Italia non ha partecipato al voto. Bocciata anche la risoluzione del centrodestra: i voti contrari sono stati 285, i voti a favore 228 e 3 gli astenuti.

Poi è stata la volta del Senato, che ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza con 157 voti a favore e 130 contrari. La risoluzione, firmata dai capigruppo di Pd, M5s, Italia viva, Leu e Autonomie, prevede fra i vari impegni chiesti al governo di “promuovere un accordo tempestivo su ‘Next Generation Eu’ e su un bilancio a lungo termine che sia ambizioso, realmente di sostegno dell’economia europea e all’altezza delle sfide future a cui deve far fronte l’Europa, come ribadito anche dal Parlamento europeo, al fine di consentirne una adozione e attivazione rapida, già nell’anno in corso, rispondendo, in tal modo, alle necessità dei cittadini europei”. La risoluzione di +Europa invece, presentata dalla senatrice Emma Bonino e che prevedeva appunto l’utilizzo del Mes, è stata bocciata. A favore hanno votato i senatori di Italia viva, mentre Forza Italia si è astenuta.

Conte al Parlamento: “Il consiglio europeo decida entro luglio. No a compromessi al ribasso” – Nel suo discorso di fronte all’Aula, il presidente del Consiglio ha ribadito le sue posizioni e confermato che, di fronte ai leader europei, chiederà innanzitutto velocità negli interventi. Sarà infatti fondamentale per la ripresa economica dell’Italia e non solo, la velocità di attivazione del fondo. “Riteniamo cruciale che la decisione del Consiglio Ue sia assunta entro luglio e non sia svilita da un compromesso a ribasso“, ha dichiarato il premier. Nei giorni scorsi, proprio sulla chiusura entro il mese dell’accordo si erano espressi sia Portogallo che Spagna. Anche la cancelliera Angela Merkel ha fatto leva sul concetto dei tempi rapidi, ma seppur ricordando che sarà necessaria una mediazione. Per Conte però, ha detto ancora ai parlamentari, dovranno essere rispettate le promesse di questi mesi. “Sarebbe inaccettabile dal punto di vista politico, economico e anche morale. Non lo meritano le decine di migliaia di vittime, le imprese che stanno affrontando le conseguenze della pandemia. Con spirito europeo continuerò a lavorare come sempre affinché al tavolo del Consiglio europeo prevalga la logica di una comunità di interessi basata su valori condivisi”. E’ “fondamentale” che il risultato finale quanto a “volume di sovvenzioni” sia “coerente con la proposta sul tavolo”. In questa dinamica, ha rivendicato Conte, l’Italia ha avuto un ruolo decisivo: “Mai come oggi possiamo affermare che l’Italia ha contribuito in misura decisiva a orientare le risposte” che l’Europa è chiamata prendere “per essere all’altezza della sua storia, della sua civiltà, del suo destino”. Ora tocca al Consiglio europeo rispondere compatto: “La crisi determinata dalla pandemia è simmetrica. Il Consiglio Ue deve mostrarsi all’altezza di una coraggiosa visione, non può mancare un obiettivo di portata epocale. Solo uniti riusciremo a rendere l’Ue di nuovo forte, risposte nazionalistiche sarebbero anacronistiche” e porterebbero a “un piccolo mondo antico, tutt’altro che sicuro, che protetto. Bisogna riconoscere che in uno scenario completamente inedito, l’Ue con il contributo di tutte le sue istituzioni ha già assunto con rapidità decisioni fondamentali”.

Il dibattito alla Camera, Pd: “Non ora, ma il Mes va attivato” – I dem, anche se il cosiddetto fondo Salva-stati non è al centro del prossimo consiglio europeo, hanno affrontato la questione durante il dibattito in Aula a Montecitorio. “Con il Mes ci saranno a disposizione 36 miliardi di prestiti a tasso agevolato senza condizionalità e senza Troika“, ha detto il deputato Pd Piero De Luca. “Ci sarà unico vincolo, quello degli investimenti diretti e indiretti per la sanità. Non è questo l’oggetto del prossimo vertice e non bisogna decidere ora sull’uso di queste misure ma proprio per questo chiediamo alle forze politiche di sgombrare il campo da dibattiti ideologici e di decidere, dopo l’ intesa sul bilancio, in modo pragmatico sulla necessità reale di attivare gli strumenti previsti. Per questo l’auspicio è di raccogliere la sfida ambiziosa lanciata dal Pd e da Zingaretti: non perdiamo l’occasione di creare il sistema più efficiente di Europa”.

Rimangono su posizioni diverse i 5 stelle, anche se non c’è una chiusura totale sul dibattito: “Il no del movimento al Mes ci viene detto che è ideologico ma noi vogliamo aspettare le carte e decidere con un unico criterio: conviene ai cittadini o no? Chi ci dice che il Mes è cambiato dice un’inesattezza: l’ente erogante è sempre il solito e non c’è alcun cambiamento valido giuridicamente per dire che il Mes è cambiato. Affrontiamo questo argomento pensando al traguardo e non all’ostacolo”. Ricciardi ha poi rivendicato la “strada fatta fin qui”, ma ha ammesso che ora davanti vi sia “uno scoglio che si chiama Mes”.

Sul fronte opposto ha parlato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Quello che lei si trova a maneggiare per capriccio della storia è il destino dell’Italia e in parte dell’Europa. Abbiamo provato a darle buoni consigli e abbiamo avuto ragione molte volte perché raccontiamo le cose per quello che sono. Non sono d’accordo con quello che dice: i fondi europei sono in alto mare. La Germania ha svestito i panni del poliziotto cattivo ma ora si riprende il boccino del controllo ..voi lo avete capito? E intende approvare questa follia? Io sul Mes non ho cambiato idea e annunciamo voto contrario sulla risoluzione del collega Magi. Il fondo Salva Stati è un atto di sottomissione, le condizionalità ci sono eccome: noi dovremmo consegnare le chiavi di casa nostra per risparmiare al massimo 500 milioni all’anno? Allora, togliete il bonus monopattini; il gioco non vale la candela”.

Bonino in Senato: “Sono certa che i 5 stelle cambieranno idea sul Mes” – Intervenendo in Senato, la senatrice Emma Bonino ha difeso la sua risoluzione sul Mes: “Ritengo che la posizione negoziale di Conte sul ‘Next generation’ sarà indebolita dall’ambiguità su una risoluzione che non è in grado di stabilire che si può accettare un prestito che farebbe risparmiare i contribuenti italiani. Quindi lei non decide perché è indecisa la sua maggioranza”. E ha continuato: “Io penso che il M5s cambierà idea anche sul Mes. Ma se si deciderà fra 3 mesi, i costi li pagheremo tutti. Perciò dico al Pd che oggi c’è fame di liquidità, non dopo. Tanto che si pensa a un nuovo scostamento di bilancio e Bankitalia ci ha detto che abbiamo fatto 40 miliardi di debiti in un solo mese, sono interessi che pagheranno gli italiani”. E riferendosi al premier, ha concluso: “Voi dovete decidere, voi del Pd, Italia viva l’ha fatto e la ringrazio e voi di Forza Italia dovete decidere se unirvi al voto o se volete dare un voto ragionevole”.

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