Una campagna di disobbedienza civile di fronte allo stallo del Parlamento sul tema della legalizzazione della cannabis. Se in Aula un dibattito non è di fatto mai partito, impantanato tra l’ostracismo delle forze di centrodestra, Lega su tutte, e l’attendismo dei vertici dei partiti di maggioranza (Pd, Leu, Iv e M5s), prosegue l’iniziativa #IoColtivo, lanciata da ‘Meglio Legale per chiedere di decriminalizzare la coltivazione di cannabis per uso personale. Un principio stabilito da una sentenza del 19 dicembre della Cassazione, alla quale però non è seguito un intervento del legislatore. Per questo motivo, alcuni parlamentari – tra questi Riccardo Magi (+Europa), Matteo Mantero, Aldo Penna e Caterina Licatini (M5s), già da tempo impegnati nel gruppo interparlamentare, hanno aderito all’iniziativa, finendo per subire lo scorso 25 giugno, nel corso di una manifestazione a Montecitorio, il sequestro di alcune piante di cannabis, per poi essere denunciati per possesso di stupefacenti.
Un appello che ora viene rilanciato anche nel corso di una conferenza a Montecitorio: “Chi coltiva cannabis per uso personale nella propria casa rischia fino a sei anni, mentre non è reato consumare per uso personale. Questo è paradossale. In pratica, lo Stato spinge a rifornirsi al mercato nero“, ha denunciato Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio legale. La stessa che ha invitato sia la maggioranza sia tutto l’arco parlamentare a una svolta: “Serve una campagna trasversale su questi temi. A partire dalla proposta presente in commissione Giustizia, per depenalizzare almeno subito la coltivazione in casa di cannabis. Anche se l’obiettivo a lungo raggio resta la legalizzazione”, spiegano i promotori.
Sulla carta, le forze della maggioranza, favorevoli al percorso di legalizzazione, avrebbero i numeri. Ma anche dentro le forze del governo giallorosso restano resistenze. Tanto che l’ultima bocciatura è arrivata pochi giorni fa rispetto agli emendamenti presentati al decreto Rilancio per regolamentare l’uso di cannabis light. “Cosa blocca la maggioranza? Si sacrifica il tema sull’altare della governabilità? C’è un nome tra i responsabili, si chiama Partito democratico”, attacca il deputato di +Europa, Riccardo Magi. “In quel partito prevale il pregiudizio anche solo ad affrontare un dibattito”, continua. “Ci sono tanti modi per bloccare la legge, rinviandola o dicendo che ‘ora non è il momento’. Quello che ferma la maggioranza credo sia il timore di una strumentalizzazione”, spiega pure Mantero. Altri in casa M5s chiedono coerenza agli alleati, come Michele Sodano: “A parole Pd e Italia viva sono favorevoli, dobbiamo spingerli a superare certe resistenze”. Ma l’appello resta rivolto a tutti: “C’è ancora qualche liberale nel centrodestra?”, si domanda Soldo. Nemmeno dal governo c’è stata alcuna risposta, nonostante l’appello lanciato da oltre 100 parlamentari delle forze di maggioranza e non solo: “Fu lo stesso Giuseppe Conte a dire che la questione della cannabis a basso contenuto di Thc meritava una riflessione. Ma dall’esecutivo non abbiamo avuto risposta. Per questo ora bisogna insistere sulla mobilitazione”, ha concluso Magi.
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