“Pesce razzista”. Con questa scritta in inglese (“racist fish”) la statua della Sirenetta, simbolo di Copenhagen, è stata vandalizzata. Già a gennaio la pietra era stata imbrattata, poi ripulita, con la scritta “Free Hong Kong”, in riferimento al movimento di protesta pro-democrazia il governo centrale di Pechino. Ma già in passato la scultura – che ha oltre 100 anni di vita e abbellisce l’ingresso del porto della capitale danese – era stata sfregiata e persino danneggiata, staccandole un braccio e rubandone la testa. Nessuno al momento ha rivendicato la responsabilità dell’azione e non risulta nemmeno chiaro per quale motivo sia stata considerata un simbolo razzista.

L’esperta dell’opera di Andersen, Ane Grum-Schwensen, ha spiegato che la storia della Sirenetta non contiene allusioni razziste anche se, secondo alcuni, nel film animato della Disney compare una scena discriminatoria. Durante la canzone ‘In fondo al mar’ appare infatti un ‘pesce nero’ che ha le sembianze dell’immagine stereotipata degli afro-americani. Il mese scorso, la statua di un missionario danese che ha svolto un ruolo chiave nella colonizzazione della Groenlandia è stata imbrattata con vernice rossa e la parola “decolonizzare”; non è chiaro se i due casi siano legati.

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