Édouard Charles Philippe, questo il suo nome per intero, non è più il primo ministro della Francia dopo la seconda tornata di amministrative che ha decretato la sconfitta di En Marche. Il premier, rieletto come sindaco di Le Havre, ha rassegnato le dimissioni al presidente della Repubblica Emmanuel Macron. “Un nuovo primo ministro verrà nominato nelle prossime ore”, ha annunciato l’Eliseo. Ma chi è il politico classe 1970, nato a Rouen, che lascia l’importante poltrona dopo tre anni, diventato sempre più popolare negli ultimi mesi?

Figlio di due professori francesi ha ricevuto un’educazione che ha definito “molto aperta”. I suoi studi fanno tappa in Germania, a Bonn, dove suo padre dirigeva la scuola francese, e supera l’esame del baccalauréat, equivalente alla nostra maturità. Laurea in Scienze Politiche per poi frequentare, come Macron e Valls, l’Ena (Ecole Nationale d’Administration), prestigiosa scuola che ha formato l’élite politica e amministrativa francese. Ha lavorato nel settore privato come avvocato, specializzato in diritto pubblico, dello studio legale americano Debevoise & Plimpton ma è stato anche lobbista del gruppo nucleare Areva.

Lui che da bambino sognava di diventare direttore d’orchestra (“Non avevo talento”, confidò a Le Point) ha scritto due thriller politici con il collega Gilles Boyes: “L’Heure de vérité” nel 2007 e “Dans l’ombre” nel 2011. In quest’ultimo il protagonista maschile riflette su una parte del corpo femminile: “Marilyn ha dei piccoli seni. Naturalmente io non li amo. La mia cosa, lo ammetto, sarebbe piuttosto avere dei seni rotondi (…) Una vera tetta è rotonda, è confortevole, ci si deve poter mettere il naso in mezzo con giubilo”.

Così c’è chi ricorda la sua passione per la boxe, sport che pratica tre volte a settimana, e chi il suo film preferito, visto almeno cinquanta volte, Il Padrino di Francis Ford Coppola. Philippe, spostato con Édith Chabre, insegnante alla Sciences Po, con cui ha tre figli, ha una passione per la Sicilia. Sua meta preferita Ragusa che definisce “una città magnifica, di cui non si stanca mai” e “dove c’è una spiaggetta in cui mi sistemerei volentieri per un lungo periodo.”

Da qualche mese sulla sua barba nera è apparsa, sulla parte sinistra del volto, una macchia bianca. Una depigmentazione che si è ingrandita con il passare dei giorni, alimentando voci sulla sua salute. Il suo staff in passato aveva parlato di un “colpo di fatica“, un po’ come successo a Barack Obama e ai primi capelli bianchi durante la permanenza alla Casa Bianca, ma proprio l’ex premier francese ha chiarito qualche settimana fa la situazione in un’intervista a Paris Match: “Si tratta di una malattia, una vitiligine, senza gravità, né dolorosa né contagiosa“. La vitiligine colpisce dallo 0,5% allo 1% della popolazione mondiale e lo stress ne favorisce l’apparizione o l’aggravamento. Philippe si è prima ritrovato alle prese con i gilet gialli poi con gli scioperi per la riforma delle pensione e infine a gestire l’emergenza sanitaria per il Covid-19.

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