Carenze informative sui rimborsi del pedaggio e mancato adeguamento delle tariffe in alcuni tratti degli oltre 3mila chilometri di rete gestita. L’Antitrust indaga su Autostrade per l’Italia, società concessionaria già al centro di inchieste giudiziarie e liti con il governo dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. L’istruttoria è stata avviata, come spiega la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato, lo scorso 10 giugno ed è volta ad “accertare la sussistenza di presunte pratiche scorrette” relativamente sia all’A16 Napoli-Canosa che all’intera rete gestita dalla società in mano ad Atlantia, holding controllata dalla famiglia Benetton.

Per quanto riguarda la A16, l’Antitrust ipotizza che il “mancato adeguamento del pedaggio autostradale” a fronte della “riduzione delle corsie di marcia” e di “specifiche limitazioni ad 80 km/h della velocità massima consentita, nei due sensi di marcia, per lunghi tratti del percorso”. Fatti che hanno avuto come conseguenza, si legge nella nota dell’Autorità, un “rilevate aumento dei tempi di percorrenza”.

La seconda parte dell’istruttoria, che ha già portato ad accertamenti ispettivi in alcune sedi della società, riguarda invece le “modalità informative” per le “procedure di rimborso attivabili in caso di peggioramento del servizio” in caso di riduzione delle corsie di marcia o “per specifiche limitazioni alla viabilità”, come ad esempio “riduzione della carreggiata, della velocità massima, interdizione di veicoli pesanti, chiusura di alcune uscite”.

Casi quest’ultimi che sembrano fare riferimento a quanto avvenuto nel periodo natalizio lungo la A14, con il controesodo che si era trasformato in un incubo sulla Bologna-Taranto con code fino a 15 chilometri. Per percorrere il tratto tra Vasto ed Ancona, tra domenica 5 e martedì 7 gennaio, in alcuni momenti erano state necessarie 3 ore e 40 minuti, anche a causa dei restringimenti di carreggiata conseguenti al sequestro dei viadotti da parte della procura di Avellino, in particolare tra Vasto e Porto Sant’Elpidio, che avevano mandato in tilt la viabilità tra Marche e Abruzzo. Autostrade, in quel caso, aveva attivato una mail per i rimborsi e assicurato la riduzione delle tariffe con pagamento del dovuto attraverso bonifico bancario.

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