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di Elisa Zaccagnini
Ho l’impressione che in Italia ci sia scarsa memoria. Scarsa memoria per una serie di tragici eventi che hanno causato delle vittime e delle perdite, a cui sarebbe bene, a mio avviso, che la società civile e la politica reagissero e rispondessero con maggior senso di responsabilità. Ne cito alcuni che hanno colpito la mia attenzione, a partire dall’emergenza Coronavirus.
Com’è noto, i casi totali di Covid-19 in Italia dall’inizio della pandemia ad oggi sono 234.013, per arrivare a 6.366.788 casi e 383.262 decessi in tutto il mondo. Com’è noto, in risposta a questa tragica pandemia, siamo passati attraverso un severo lockdown che, nel rispetto dei principi costituzionali, ha sacrificato il diritto alla libertà di circolazione in nome del diritto alla salute di tutti noi.
Non è noto, invece, che siano tuttora in corso il divieto di assembramento, l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza e l’obbligo di indossare la mascherina. I fatti lo dimostrano. Penso alla manifestazione organizzata a Roma il 2 giugno da Fdi e Lega contro il Governo Conte: Via del Corso è stata presa d’assalto da centinaia di persone in barba al divieto di assembramento e ai tanti cittadini che si adoperano quotidianamente a rispettare le regole, per tutelare la propria salute e quella altrui.
Sulla stessa lunghezza d’onda la manifestazione dei Gilet arancioni a Piazza del Popolo: anche in questo caso il divieto di assembramento è un optional. Atteggiamento irresponsabile che ho intravisto altresì durante la seduta alla Camera del 21 maggio scorso, in occasione della quale il deputato M5s Riccardo Ricciardi ha criticato la gestione dell’emergenza Covid-19 da parte della Regione Lombardia ed è stato duramente attaccato dall’opposizione leghista alle grida di “buffone”.
All’invito del Presidente della Camera Roberto Fico ad indossare le mascherine e far proseguire l’intervento per poi avere il diritto di replica, parte dei deputati leghisti ha abbandonato la propria postazione e si è diretta verso Ricciardi. Risultato? Sospensione della seduta.
Forse era il caso di far concludere l’intervento a Ricciardi visto che la Lombardia è la regione italiana con maggior numero di decessi per Coronavirus e che a tal proposito sono state aperte diverse indagini in sede penale volte all’accertamento dei fatti, come quella per le morti presso le Rsa e quella sulla mancata chiusura dell’Ospedale di Alzano.
Un altro avvenimento di cui le gravi conseguenze a volte sembrano sfuggire alla memoria collettiva risale al 14 agosto 2018, ovvero al crollo del ponte Morandi di Genova che ha causato 43 vittime, 16 feriti e 566 sfollati. Una tragedia. Mi meraviglia che parte della maggioranza, Pd e Iv, sia contraria alla revoca della concessione ad Atlantia S.p.a. Nel frattempo, la procura di Genova ha aperto un’inchiesta e secondo un esposto presentato da cinque associazioni rappresentative di interessi diffusi il crollo del ponte è la conseguenza di una “gestione viziosa del servizio autostradale”, e le tariffe sono state destinate agli utili e solo limitatamente alla manutenzione.
Altri eventi da rammentare che avrebbero meritato un epilogo diverso sono la strage di Viareggio del 2009 e il caso Eternit di cui i reati, nel primo caso quello di incendio e lesioni colpose gravi e gravissime e nel secondo caso quello di disastro ambientale, sono stati prescritti. Per la strage di Viareggio, c’è pure il rischio che vadano prescritti i reati di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo. La riforma della prescrizione potrebbe arginare tutto ciò ma è tacciata come “giustizialista” e oltraggiata dall’opposizione e parte della maggioranza.
Credo che il punto centrale della questione non sia la suddivisione tra giustizialisti e garantisti, quanto piuttosto evitare che i criminali la scampino nonostante abbiano commesso un reato e le vittime non vengano uccise una seconda volta. Ecco: nel susseguirsi degli eventi non dimentichiamo le vittime.