“Ci sono persone rimaste senza lavoro e senza reddito, commercianti che rischiano di chiudere, imprenditori in assoluta incertezza sul futuro: un grido d’allarme che non ci è mai sfuggito. Una fotografia dolorosa che conosciamo e per questo ci siamo impegnati al massimo facendoci carico di questa difficoltà. Il Paese era in attesa e ogni ora di lavoro pesava. Abbiamo impiegato un po’ di tempo ma non un minuto di più rispetto a quanto strettamente necessario per un testo cosi complesso, pari a due leggi di Bilancio“. Ha esordito così il premier Giuseppe Conte presentando in conferenza stampa il decreto Rilancio – ex “decreto Aprile” – appena approvato dal consiglio dei ministri che è peraltro proseguito per un’altra mezzora dopo la conferenza stampa. Il via libera arriva dopo settimane di rinvii e dopo la faticosa soluzione dell’ultimo nodo, i permessi per i lavoratori migranti. “Una battaglia di civiltà”, ha rivendicato Conte, “perché al centro c’è la dignità delle persone a cui si accompagna il contrasto alla criminalità, al caporalato, i moderni mercanti di schiavi”. Commossa la ministra Teresa Bellanova, promotrice della norma, che ha commentato: “Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili. Da oggi possiamo dire che lo Stato è più forte del caporalato”.

Il provvedimento in 258 articoli è di fatto una maxi manovra da 55 miliardi, con misure per i lavoratori, le imprese, la protezione civile, la scuola, lo sport, la cultura. Ci sono 3,2 miliardi per la sanità, con cui rafforzare sia ospedali sia servizi domiciliari, e 1,4 per università e ricerca: consentiranno l’assunzione, tra l’altro, di 4.000 nuovi ricercatori. “Non solo fronteggia l’emergenza ma contiene anche le premesse per la ripresa“, assicura il premier. La novità principale dell’ultima bozza è la velocizzazione, almeno sulla carta, del pagamento della cassa integrazione. “Ora le erogazioni arriveranno in modo più spedito“, ha spiegato il premier ricordando i ritardi della cassa in deroga gestita finora dalle Regioni (“procedura farraginosa”) che finora è arrivata solo a 121mila lavoratori. Da ora in poi sarà chiesta anch’essa direttamente all’Inps che entro 15 giorni anticiperà il 40% del dovuto.

“Per i lavoratori ci sono 25,6 miliardi di euro, ci sono le risorse per rafforzare cassa integrazione e bonus autonomi”, ha detto Conte, definendoli “ammortizzatori sociali ed economici che proteggono i lavoratori e consentono alle imprese di preservare l’integrità produttiva”. Inoltre “ci sono 15-16 miliardi per le imprese, che verranno erogati in varie forme dalle più piccole fino alla possibilità di capitalizzare le più grandi”. “Tagliamo”, ha ricordato, “4 miliardi di tasse per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato” con lo stop alla rata Irap di giugno. Inoltre viene eliminata la prima rata Imu per gli alberghi e gli stabilimenti balneari e per l’occupazione di suolo pubblico “bar e ristoranti non pagheranno la Tosap, grazie alla collaborazione con l’Anci”.

C’è il promesso “reddito di emergenza per due mesi da 400 fino a 800 euro destinato a famiglie con Isee a 15mila euro. “Ora dobbiamo attivare gli aiuti economici soprattutto a chi non ha ricevuto nulla e fare in modo che arrivino in maniera rapida, semplice e veloce”, ha commentato Conte. Per tutte le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro viene messo in campo un bonus vacanze e “per le ristrutturazioni green non si spenderà un soldo” grazie all’innalzamento al 110% di sismabonus ed ecobonus. In aiuto ai genitori “rinnoviamo i congedi parentali per 30 giorni nel settore privato”. E “istituiamo il fondo per le strutture semi-residenziali per persone con disabilità prevedendo risorse per 40 milioni”.

Per professionisti ed autonomi, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, “viene riproposto il bonus da 600 euro per una mensilità per la medesima platea del Cura Italia e viene ampliato (a 1000 euro, ndr) per una terza mensilità per alcune platee più colpite dalla crisi economica. E’ uno stanziamento da quasi 4,5 miliardi di euro”. E ancora: “Per le imprese dei settori ricettivi, per affrontare le spese per adeguarsi ai nuovi requisiti stanziamo ben 2 miliardi”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Che ha difeso l’articolo che consente a Cdp di dare sostegno alla patrimonializzzione delle imprese e all’assorbimento delle perdite: “Non si tratta di una nuova Iri“, sono “nuovi strumenti definiti dal quadro europeo” sugli aiuti di Stato e in linea con gli interventi di altri Paesi.

Le misure per i lavoratori – La cassa integrazione ordinaria con causale emergenza Covid potrà essere chiesta per altre 5 settimane – dopo le 9 concesse dal cura Italia – fino al 31 agosto 2020 e altre quattro settimane per i periodi dall’1 settembre 2020 al 31 ottobre 2020. I datori di lavoro che non anticipano le somme possono fare richiesta di pagamento diretto della prestazione trasmettendo la domanda entro il 15 del mese di inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività. Le amministrazioni competenti “autorizzano queste domande entro il giorno 5 del mese successivo” e “Inps dispone il pagamento delle prestazioni entro la fine del mese stesso a condizione che i dati necessari per il pagamento siano stati resi in forma completa e corretta”.
Per le aziende che non hanno diritto alla cigo rimane poi la cassa in deroga che però – con l’eccezione di Trento e Bolzano – ora è concessa anch’essa dall’Inps a domanda del datore di lavoro (subordinata alla verifica del rispetto dei limiti di spesa). Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’Inps trasmette la domanda “entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa”. L’Inps autorizza le domande e dispone l’anticipazione di pagamento del trattamento entro 15 giorni dal ricevimento delle domande stesse. La misura dell’anticipazione è calcolata sul 40% delle ore autorizzate nell’intero periodo. A seguito della successiva trasmissione completa dei dati da parte dei datori di lavoro, l’Inps provvede al pagamento del trattamento residuo o al recupero nei confronti dei datori di lavoro degli eventuali importi indebitamente anticipati.
Il bonus autonomi è confermato a 600 euro per il mese di aprile, mentre salirà a mille da maggio ma con paletti di reddito. Sospesi tutti i pignoramenti su stipendi e pensioni.

Gli aiuti alle famiglie – Nelle bozze ci sono l’atteso reddito di emergenza per le famiglie più in difficoltà, la proroga dei congedi parentali e dei bonus baby sitter, gli aiuti a colf e badanti finora escluse da ogni sostegno. Il nuovo congedo per i genitori lavoratori dipendenti con figli fino a 12 anni sale da 15 a 30 a giorni e sarà valido fino al 31 luglio. Il bonus baby sitting sale a 1200 euro e in alternativa può essere utilizzato per i centri estivi. C’è poi un nuovo “bonus vacanze” fino a 500 euro (300 per le famiglie di due persone e 150 per i single) riservato ai nuclei con Isee sotto i 40mila euro. I proprietari di casa godranno di un innalzamento di Ecobonus e Sismabonus al 110% con contestuale cedibilità anche alle banche. Sono prorogati al 16 settembre 2020 i termini di versamento delle somme dovute a dovute a seguito di atti di accertamento con adesione, conciliazione, rettifica e liquidazione e di recupero dei crediti d’imposta. L’Iva sulle mascherine e altri dispositivi di protezione individuale come promesso viene azzerata fino al 31 dicembre, per poi passare a un’aliquota agevolata al 5%.

Gli interventi per le imprese – Per tutte le imprese fino a 250 milioni di ricavi arriva lo stop al saldo e acconto dell’Irap dovuto a giugno: vale 4 miliardi per quasi 2 milioni di beneficiari. Per micro-aziende, commercianti, artigiani e autonomi sotto i 5 milioni di ricavi che abbiano subito un calo dell’attività a causa del coronavirus ci sono contributi a fondo perduto di un minimo di 1000 euro, sulla base delle perdite di fatturato rispetto all’aprile 2019. I più piccoli, fino a 400mila euro di ricavi, riceveranno il 20%, imprese e attività tra 400mila euro e 1 milione il 15%, chi sta tra tra 1 e 5 milioni il 10%. Per le imprese più piccole ci saranno anche sconti sulle bollette (appostati 600 milioni).

A sostegno delle ricapitalizzazioni per le imprese con ricavi fino a 50 milioni c’è un mix tra sconti fiscali e intervento dello Stato attraverso Invitalia, mentre per le grandi imprese è confermato il coinvolgimento di Cdp con un “Patrimonio Destinato” composto da “beni e rapporti giuridici” del Ministero dell’Economia, compresi titoli di Stato. Gli interventi saranno “a condizioni di mercato”, quindi alle condizioni previste dalle norme dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato, e riguarderanno società per azioni che abbiano sede legale in Italia. In via preferenziale, viene spiegato, il Patrimonio Destinato interviene attraverso “la sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili, la partecipazione ad aumenti di capitale, l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche”.

Per aiutare il turismo ci sarà anche l’abolizione della prima rata dell’Imu per alberghi, ostelli, b&b, stabilimenti balneari, terme e campeggi. Per gli alberghi e tutte le imprese che abbiano subito una diminuzione del fatturato di almeno il 50%, inoltre, è previsto un credito d’imposta fino al 60% dell’affitto. Vengono sospese e rinviate al 2021 plastic e sugar tax.

La sanità – “Per la sanità c’è un intervento cospicuo, pari a 3 miliardi e 250 milioni”, ha detto Conte. Prevista l’assunzione di 9.600 infermieri e l’aumento del 115% dei posti in terapia intensiva. Ci saranno poi 8 infermieri di continuità ogni 50mila abitanti.

La scuola – In arrivo 16mila assunzioni in più nella scuola attraverso i concorsi, 8mila con la procedura straordinaria approvata nel 2019 e 8mila con quella ordinaria per titoli ed esami. Le immissioni in ruolo dei vincitori possono essere disposte, per le regioni e classi di concorso per cui è stata bandita la procedura di cui sono fatti salvi tutti gli effetti, anche successivamente all’anno scolastico 2022/2023, sino all’assunzione di tutti i 32mila vincitori.

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Decreto Rilancio, per imprese che investono in sanificazione e dispositivi di protezione contributi a fondo perduto fino a 100mila euro

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