Più donne nelle task force che affiancano il governo nella gestione della crisi: dopo le polemiche delle scorse settimane per la scarsa rappresentanza del mondo femminile ai tavoli decisionali, Giuseppe Conte ha comunicato che il comitato sarà allargato ad altre cinque esperte. Il presidente del Consiglio, “nell’esigenza di garantire una rappresentanza di genere”, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, ha integrato la task force diretta da Vittorio Colao con cinque donne, che si aggiungono alle quattro già presenti. Sempre su proposta del premier al capo della Protezione civile Angelo Borrelli, anche il Comitato tecnico scientifico (che attualmente è solo composto da uomini) sarà integrato con altre sei donne.

La marcia indietro del premier Conte risale al 4 maggio scorso, quando il premier ha annunciato la volontà di “integrare le task force di esperti con una maggior presenza di donne”. Prima di oggi infatti, su 17 esperti solo 4 erano donne, mentre il comitato tecnico scientifico era interamente composto da uomni: una disparità sottolineata dall’appello lanciato da 16 senatrici dalle colonne del Corriere della Sera e dall’iniziativa “Dateci voce”, ovvero una campagna sottoscritta da varie esponenti del mondo della politica e della società civile per chiedere al premier di non dimenticare la voce delle donne. “L’Italia rifiuta la meritocrazia”, aveva commentato Emma Bonino.

Il Comitato di esperti di Colao, si legge in una nota della presidenza del Consiglio, sarà integrato da: Enrica Amaturo, professoressa di sociologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II; Marina Calloni, professoressa di Filosofia politica e sociale dell’Università di Milano-Bicocca e fondatrice di ‘ADV – Against Domestic Violence’, il primo centro universitario contro la violenza domestica; Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat; Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia; Maurizia Iachino, dirigente di azienda.

Il Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile verrà invece integrato da altre sei personalità: Kyriakoula Petropulocos, direttrice generale Cura della Persona e Welfare della Regione Emilia Romagna; Giovannella Baggio, già ordinaria di Medicina interna e titolare della prima cattedra di Medicina di genere in Italia, attualmente Presidente del Centro Studi Nazionale di Salute e Medicina di Genere; Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei chimici e dei fisici ed esperta di sicurezza sul lavoro; Elisabetta Dejana, biologa a capo del programma di angiogenesi dell’istituto di Oncologia molecolare di Milano e capo dell’unità di Biologia vascolare nel Dipartimento di immunologia, genetica e patologia dell’Università di Uppsala, in Svezia; Rosa Marina Melillo, professoressa di Patologia Generale presso Il Dmmbm dell’Università “Federico II” di Napoli; Flavia Petrini, professoressa di Anestesiologia presso l’Università degli studi G.D’Annunzio di Chieti-Pescara e direttrice dell’Unità operativa complessa di anestesia, rianimazione e terapia intensiva dell’Ospedale Santissima Annunziata di Chieti.

Le nomine “arrivano dopo una massiccia mobilitazione della società civile, di diverse associazioni tra cui le molte che si occupano dei diritti delle donne, e di numerose parlamentari”, sottolinea il comitato Dateci voce. “Siamo soddisfatte di questa notizia – dichiarano le promotrici – La nostra azione di sensibilizzazione su questo tema non si fermerà qui. Per noi, queste nomine devono rappresentare un primo passo ottenuto insieme verso il futuro, un messaggio preciso per avere vera rappresentanza di genere in tutti i luoghi decisionali e istituzionali del nostro Paese. L’equa presenza di uomini e donne non è una concessione, non deve essere l’eccezione, ma una imprescindibile condizione di democrazia. Noi – concludono le promotrici – andremo avanti con una massiccia campagna di attività fin quando non vedremo applicate le leggi, nazionali e sovranazionali, che già sanciscono questo diritto”.

Articolo Precedente

Lavoratori stranieri, non regolarizzarli porta a una nuova guerra tra poveri

next
Articolo Successivo

Coronavirus, l’Accademia dei Lincei: “L’app non discrimini gli analfabeti digitali. E i dati epidemiologici siano pubblici e più accessibili”

next