A Lampedusa si registrano tre sbarchi di migranti in poche ore che hanno portato altre 148 persone sull’isola. L’ultimo arrivo, nella notte tra lunedì e martedì, è stato quello di dieci tunisini che si sono confusi con gli altri migranti giunti dopo la traversata in mare e stipati al molo Favaloro.

L’hotspot dell’isola, infatti, ospita già 116 extracomunitari – 20 in più della capienza massima consentita – da 27 giorni. Ma, al di là dei tanti migranti ospitati, sarebbe comunque impossibile per i nuovi arrivati unirsi a chi è all’interno del centro e ha già trascorso la quarantena in isolamento e attende di lasciare Lampedusa. Consentirlo significherebbe infatti far ripartire da capo la conta dei giorni.

Così martedì mattina 82 dei nuovi arrivati sono stati imbarcati sul traghetto di linea per Porto Empedocle, altri 64 sono ancora sul molo, mentre 44, dopo una notte all’addiaccio, tre giorni fa sono stati portati nella Casa della Fratellanza, gestita dalla parrocchia, e lì dovranno trascorrere due settimane in isolamento. Con un tetto sulla testa, ma dormendo sul pavimento.

Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che non prende sottogamba la crisi economica in cui versa l’isola per l’azzeramento dei flussi turistici, invoca l’arrivo di una nave per la quarantena, come è accaduto a Palermo lo scorso 17 aprile, quando 183 migranti sono stati trasferiti sulla Rubattino della compagnia Tirrenia, da dove sono sbarcati lunedì, dopo l’esito favorevole dei tamponi.

“Preoccupazione” viene espressa dal Garante nazionale delle persone private della libertà per la situazione “di arrivo dei migranti sulle nostre coste e delle condizioni che si stanno determinando in un momento di difficoltà per numeri, possibilità di spostamenti e necessità di prevenzione del contagio”.

“L’isola di Lampedusa è, come altre volte, al centro della difficoltà e al contempo snodo verso altri meno precari ripari di coloro che al suo porto sono giunti”, sottolinea nel suo bollettino assicurando nuovamente il ministero dell’Interno sulla propria “volontà di cooperare per individuare soluzioni meno problematiche per tutti gli attori in gioco (persone migranti, abitanti dell’isola, operatori, forze di polizia) una volta però che si sia riconosciuta l’insostenibilità della situazione presente”.

Un appello al governo italiano e alle istituzioni Ue arriva anche dalla Ong Mediterranea, affinché “non lascino da sola Lampedusa: se l’isola viene considerata la ‘Porta d’Europa’, tutti devono farsi carico di soluzioni rispettose dei suoi abitanti e dignitose per i migranti”.

Nel frattempo Sea-Watch ha inviato una lettera al Garante nazionale esprimendo “seria preoccupazione” per le condizioni alle quali sono “sottoposte le persone straniere accolte a Lampedusa in questo periodo di emergenza legata all’epidemia di Covid-19 e alla conseguente accentuata vulnerabilità delle stesse”. La Ong ha denunciato le condizioni di permanenza all’interno dell’hotspot, “decisamente inadeguato a essere considerato luogo di quarantena”.

Il Garante nazionale condivide la necessità “sia di un urgente intervento a livello locale, sia di una ipotesi strategica di più ampio respiro relativa alla gestione dell’accoglienza in luoghi e spazi in grado di garantire il pieno rispetto della dignità tra le persone”.

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