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Coronavirus, con le restrizioni si compiono meno reati: quasi un quarto rispetto a prima. Gli omicidi calano del 71%. Ma c’è più usura

Nel mese di marzo, il primo dell'epidemia, in Italia si sono consumati 68.069 reati, a dispetto dei 203.723 dello stesso periodo del 2019. Il dato emerge dal report sulla delittuosità in Italia elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza
Coronavirus, con le restrizioni si compiono meno reati: quasi un quarto rispetto a prima. Gli omicidi calano del 71%. Ma c’è più usura
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I milanesi non ammazzano più neanche il sabato. E neppure il resto degli italiani. Le restrizioni imposte per combattere il coronavirus fanno calare drasticamente il numero dei reati. Nel mese di marzo, il primo dell’epidemia, in Italia si sono consumati 68.069 reati, a dispetto dei 203.723 dello stesso periodo del 2019, quando non esistevano le restrizioni imposte dal Covid-19. Significa meno il 66,6%: praticamente un terzo dei delitti rispetto a prima. Il dato emerge dal report sulla delittuosità in Italia elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza.

Il rapporto sottolinea il drastico calo nel numero degli omicidi volontari: tra l’1 e il 31 marzo 2020 sono stati 11, con un calo del 71% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, sono stati 7 gli omicidi con vittime di sesso femminile (erano 12 nel marzo 2019) e 7 quelli in ambito familiare affettivo (13 nel 2019) di cui 6 hanno avuto donne per vittime. Tra gli altri reati ci sono 5 attentati, una strage, 43 tentati omicidi, 1649 lesioni dolose, 109 violenze sessuali, 8 su minori di 14 anni, 26.603 furti, 928 rapine, 286 estorsioni, 41 sequestri di persona e 12 casi di usura, uno in più rispetto allo scorso anno. A livello percentuale si regista un calo inferiore rispetto alla media dei maltrattamenti in famiglia (-37,4%) e delle rapine nelle farmacie (-28,2%). Mentre crescono, in controtendenza, i reati legati all’usura (+9,1%). Un numero che probabilmente è anche maggiore, visto che l’usura è un tipo di reato che si denuncia più difficilmente rispetto ad altri. L’incremento è probabilmente legato alle difficoltà economiche create dall’emergenza sanitaria, come hanno raccontato al fattoquotidiano.it alcune associazioni.

Tra le regioni italiane in cui a marzo si registra il maggior calo del numero dei reati al primo posto ci sono Lombardia e Veneto, proprio le regioni in cui per prime sono state adottate le misure per il contenimento del coronavirus. La Lombardia tuttavia è la regione dove si registra il maggior numero di delitti commessi dal 1 al 31 marzo 2020 (10.841) sebbene rispetto al 2019 si segnali un decremento del 72,8% (39.908 reati totali). Seguono poi la Campania, con 7.973, il Lazio, con 7.644, la Sicilia, con 6.153 e il Piemonte con 5.565. Il Veneto, con 4.119 episodi è al nono posto.

Se la Lombardia è la regione in testa per i furti (oltre che per danneggiamenti, lesioni dolose e reati inerenti agli stupefacenti) la Campania detiene il primato delle rapine con 168 episodi. Nello stesso periodo del 2019 le rapine in Campania erano state 447 (-62,4%). Seconda, ma solo per 10 casi in meno, la Lombardia con 158 rapine commesse nel periodo di riferimento, seguono il Lazio con 112 e la Sicilia con 97 episodi. In testa ancora la Campania per le truffe e le frodi informatiche: 959 episodi nel solo mese di marzo contro i 941 della Lombardia, i 650 della Sicilia, i 626 del Piemonte, i 594 del Veneto e i 585 del Lazio.

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