Il bonus autonomi salirà come già annunciato da 600 a 800 euro e chi l’ha già chiesto a marzo se lo vedrà rinnovare automaticamente. Ma per ottenerlo occorrerà aver avuto, in passato, un reddito non superiore a una certa soglia. Che il governo sta ancora studiando in vista del varo del decreto Aprile, atteso se tutto va bene per l’ultimo giorno del mese. Intanto prende forma il reddito di emergenza di cui si parla da settimane: l’ultima ipotesi è di differenziare la cifra in base al numero di componenti del nucleo famigliare, come già avviene per il reddito di cittadinanza. L’assegno quindi potrebbe essere di 400 euro per i single e arrivare – a patto che ci siano sufficienti risorse – a un massimo di 800 euro, come aveva ipotizzato la settimana scorsa la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo.

Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, ospite a Circo Massimo su Radio Capital, ha spiegato che tra le novità del decreto aprile ci sarà un rinnovo automatico per chi ha già fatto domanda dell’indennità autonomi. Ma arriveranno anche nuovi paletti: “Abbiamo constatato purtroppo che, oltre a tutte le persone che hanno diritto ad averlo, c’è stato qualche fastidioso abuso da parte di persone che hanno un alto reddito e ne hanno usufruito”, ha detto Baretta, “per questo c’è una discussione per valutare se mettere una soglia di reddito, ovviamente alta. Stiamo decidendo questa eventualità o meno, non è stato ancora definito. La linea di fondo è rinnovo automatico e verifica a posteriori”. Riguardo al livello della soglia, Baretta ha ricordato che “le casse di previdenza private hanno adottato un’ipotesi di 35mila euro“, ma “penso che possiamo tenerci su una cifra superiore. E si guarderà al reddito, non all’Isee”.

Altro strumento allo studio è il reddito di emergenza. In questo caso “è più difficile determinare la platea, – osserva Baretta – bisogna individuare la fascia di popolazione che non ha reddito né altri ammortizzatori. L’individuazione della platea determinerà le risorse. Definiamo prima il bisogno, poi la cifra”.

Per le piccole imprese – ma con requisiti ancora da definire – sarà infine prevista la possibilità di accedere a soldi non in prestito ma a fondo perduto con cui pagare gli affitti commerciali o le bollette. In corso anche “una valutazione se togliere alcune delle tasse (quelle pagate o quelle da pagare quest’anno) o dare un intervento di liquidità a fondo perduto come hanno fatto altri paesi”. Questa terza valutazione, ha precisato il sottosegretario, “è sotto verifica, io preferirei uno storno delle tasse, ma è un dibattito. Non si distingue per settori, è difficile individuare una priorità in questa situazione”. Ci sarà poi uno “stanziamento analogo al fondo perduto, quindi 10 miliardi, per consentire agli enti locali di pagare le fatture alle imprese che hanno un credito con la pubblica amministrazione. Diamo agli enti locali questi soldi in modo che possano distribuirli alle imprese che hanno fatture in sospeso, e quindi attenuare il problema e immettere liquidità”.

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