Il forte contrasto tra le immagini di persone che, festeggiando la riapertura post-quarantena, si accalcano in un centro commerciale dello stato di Santa Catarina e quelle delle escavatrici che aprono fosse comuni nel cimitero di Manaus, in Amazzonia, per fare spazio ai morti per coronavirus, potrebbe essere quotidianità in Brasile per molti mesi. Un contrasto che rappresenta le contraddizioni politiche e sociali che attraversano il gigante sudamericano nel mezzo della maggiore crisi sanitaria della storia.

Dopo un lungo braccio di ferro, alla fine il presidente Jair Bolsonaro si avvia verso la sua vittoria contro le misure di contenimento della diffusione del Covid-19, grazie al supporto dell’apparato delle forze armate e attraverso l’azione dell’accondiscendente neo-ministro della sanità, Nelson Teich che, nella sua prima conferenza stampa, ha dichiarato che il governo federale sta lavorando alla definizione di nuove linea guida per orientare gli enti locali ad allentare le misure di distanziamento sociale adottate per contenere la pandemia. Nonostante il picco di contagi in Brasile sia ancora lontano e contro le indicazioni di esperti e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il ministro non sarà solo. A lui è stata infatti affidata la tutela del generale Eduardo Pazuello nominato da Bolsonaro segretario esecutivo, come da lui stesso riferito “fino a quando tutto ciò non si risolverà”, riferendosi alla pandemia. “Il mio impegno con il presidente è di aiutare in tutto ciò che sarà necessario, forse quattro mesi. Non appena il Ministro Teich sarà in grado di selezionare le persone con cui lavorerà, li formeremo e organizzeremo il team di supporto”, ha riferito il generale.

Il ministro ha dichiarato che le nuove raccomandazioni, più blande, saranno distribuite entro una settimana. “Le misure di distanziamento, naturali e logiche, non possono non essere accompagnate anche da un programma di allentamento e uscita”, ha affermato Teich. Secondo la sua lettura “se è vero che bisogna che il 70 per cento della popolazione venga a contatto con la malattia perché ci sia immunità di gregge e se è vero che il vaccino impiegherà forse un anno o un anno e mezzo per essere pronto, e se come nel caso del Brasile non c’è una crescita esplosiva della malattia, non raggiungeremo mai questo numero prima del vaccino. Quindi cosa facciamo, fermiamo il paese per un anno e mezzo?”.

Per Teich, infatti, il numero complessivo di persone infettate dal Covid-19 è basso se comparato al numero della popolazione e con gli attuali tassi di contagio non sarà contagiato il 70 per cento della popolazione, come annunciato”, ha detto. “Ora abbiamo circa 45mila casi di coronavirus in Brasile. Se anche immaginassimo che ci fosse un grande margine di errore, diciamo di 100 volte inferiore, significherebbe che ci sono 4 milioni di contagiati su una popolazione di 212 milioni, quindi oltre a Covid ci sarebbero 208 milioni di persone sane”, ha sostenuto. Senza tuttavia considerare il numero di ricoveri, la necessità di cure in terapia intensiva e il fatto che gli ospedali in giro per il paese siano già ormai tutti saturi e spesso al collasso.

Il ministro può esprimersi così perché in Brasile la sottostima dei casi è palese. I numeri ufficiali del ministero parlano di 2.906 i morti per patologie riconducibili al contagio e almeno 45.757 malati. Tuttavia, mentre ad esempio, gli Stati Uniti hanno effettuato in media 8.866 test per milione di abitanti, il Brasile ne ha eseguiti 296. Secondo quanto rivela uno studio effettuato da un gruppo di scienziati e studenti di diverse università del paese, tra cui l’Università di San Paolo (Usp) e l’Università di Brasilia (UnB), il numero di casi sarebbe in virtù di ciò 15 volte superiore. Considerando il numero di 1.124 decessi ufficiali e il valore aggiustato stimato della popolazione infetta, alla data dell’11 aprile, secondo gli studiosi, il numero di contagiati era di 104.368 persone, con una sottostima pari al 93,4 per cento.

Un’analisi che trova fondamento nello studio presentato dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz) che mostra un aumento significativo dei ricoveri per la Sindrome respiratoria acuta grave (Srag) quest’anno. Alla data del 4 aprile di quest’anno, il Brasile ha avuto 33.500 ricoveri per Srag, ben al di sopra della media dal 2010, di 3.900 mila casi. Per infettivologi ed epidemiologi i dati indicano una sottostima di casi di Covid-19. La Srag può essere causata da altre patologie, ma in assenza di tampone, il Covid non può essere confermato. E così il numero di casi resta basso. E la retorica del governo può seguire il copione.

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