In fase di sperimentazione per valutare un eventuale effetto profilattico su personale medico, la clorochina o idrossiclorochina – su cui molti scienziati hanno espresso dubbi e perplessità – sarà sperimentata anche in Italia. “L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato una nuova sperimentazione clinica – che si aggiunge alle 7 già in corso – per valutare l’efficacia dell’idrossiclorochina, rispetto allo standard di cura, per il trattamento domiciliare di pazienti che presentano – si legge sul sito dell’Aifa – un quadro clinico lieve di Covid-19 e che si trovano in isolamento domiciliare”.

Alcuni esperti però vedono nel farmaco una strada da percorrere perché potrebbe agire sulle due fasi di Covid 19, quella virale e quella infiammatoria. Allo stato gli studi sono davvero pochi e i risultati sui pazienti scarsi, se non dannosi per chi è affetto da patologie cardiache. Il farmaco antimalarico, considerato promettente per i suoi potenziali effetti e già in alcuni casi utilizzato sperimentalmente in ambito ospedaliero, però come altri sembra meritare una chance per capirne la reale efficacia. “Lo studio Hydro-Stop – somministrazione precoce di idrossiclorochina è uno studio clinico indipendente, italiano (è promosso da Asur-AV5 Ascoli Piceno), randomizzato, controllato, pragmatico in aperto”.

In diverse parti del mondo del resto si è scatenata una sorta di corsa agli accaparramenti e chi usufruisce costantemente di questo medicinale ha seria difficoltà di reperibilità in farmacia. A lanciare l’allarme è l’Osservatorio Malattie Rare (Omar), che chiede alle regioni di “attuare subito le indicazioni di Aifa per evitare disparità tra i pazienti sul territorio” e perché “sono a rischio le terapie per malattie autoimmuni”.

Già utilizzata contro malattie autoimmuni come lupus eritematoso e artrite reumatoide, la clorochina è al momento impiegata in Italia off label, ovvero fuori dall’indicazione originaria, e tale uso è stato di recente inserito a carico del Servizio sanitario nazionale sulla base di dati preliminari di potenziale attività antivirale. Ma anche gli esperti italiani invitano alla prudenza. Lo stesso virologo Roberto Burioni, che sta conducendo uno studio su cellule presso il laboratorio di virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, sottolinea che la clorochina sembra riuscire a bloccare la replicazione del virus se usata prima e dopo l’infezione ma “fino a quando non saranno conclusi gli studi clinici preliminari – sottolinea – non esistono solide prove sull’efficacia di questo farmaco contro il Covid-19. Dobbiamo aspettare”. Sulla stessa linea il farmacologo Silvio Garattini: “Bisogna attendere i risultati degli studi, nel frattempo è d’obbligo la prudenza poiché si tratta di un farmaco che ha comunque una tossicità in particolare nei casi di malattie cardiache o in presenza di altre terapie concomitanti. Va utilizzato, in questa situazione di emergenza, solo su indicazione medica e valutando caso per caso“. Il fai da te è infine assolutamente sconsigliato dall’infettivologo Massimo Galli dell’Ospedale Sacco di Milano, che richiama l’attenzione sui possibili effetti negativi.

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