Nel giorno in cui arrivano i disastrosi dati sul mercato auto italiano nel mese di marzo, il grido di dolore dell’industria automotive si rafforza: Acea, l’associazione europea dei costruttori d’auto, diffonde le cifre derivanti dalla pandemia Coronavirus.

Sono oltre 1,11 milioni gli europei che lavorano nel comparto della produzione automobilistica a essere stati colpiti dall’emergenza, che ha comportato lo stop generalizzato delle fabbriche. Cifra che si riferisce esclusivamente alle persone direttamente impiegate dai produttori di automobili, camion, furgoni e autobus: l’impatto sulla più ampia catena di approvvigionamento della componentistica è ancora più critico. Finora le perdite di produzione in tutta l’UE ammontano ad almeno 1,23 milioni di veicoli a motore. Perdite destinate ad aumentare se la catena produttiva continuerà a essere congelata.

“In questo momento, la preoccupazione principale di Acea e di tutti i suoi membri è quella di gestire l’immediata crisi del settore automobilistico, che si è sostanzialmente arrestato, come mai successo prima d’ora”, ha dichiarato in una nota ufficiale Eric-Mark Huitema, direttore di Acea: “La nostra prima priorità è proteggere la salute e l’occupazione di quasi 14 milioni di europei che lavorano direttamente o indirettamente nel nostro settore”.

L’associazione dei costruttori ha pubblicato queste informazioni in due mappe interattive che mostrano l’impatto del Covid-19 sull’industria automobilistica per ciascuno dei 27 stati membri dell’UE più il Regno Unito, sia in termini di numero di dipendenti interessati sia di perdita di unità fabbricate. In totale, sono 2,6 milioni i posti di lavoro della UE direttamente coinvolti nella produzione automotive, con i costruttori di veicoli che gestiscono 229 impianti di assemblaggio in tutto il continente

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