“La fast fashion impone stereotipi di genere e bellezza violenti e produce un enorme inquinamento”. Questa la denuncia delle attiviste di Non una di meno e dei collettivi studenteschi di Milano e provincia che giovedì pomeriggio hanno dato vita a una performance di protesta, ispirata alla “mannequin challenge”, all’interno al negozio Zara di Corso Vittorio Emanuele. Le femministe hanno colto l’occasione della Fashion Week che fino al 24 febbraio trasforma Milano nella città della moda. “Ci siamo immobilizzati come veri e propri manichini indossando magliette che invece di mostrare incredibili promozioni presentavano gli stessi dati che stavamo denunciando”, spiega Elena di Non una di meno al Fattoquotidiano.it. “Noi vogliamo immaginare un futuro possibile – le fa eco Paola del coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano – vogliamo continuare a vivere su questo pianeta perché non ne abbiamo un altro”. I movimenti hanno lanciato anche la mobilitazione prevista per marzo: il 6 sarà infatti in programma un corteo studentesco, l’8 un corteo cittadino e il 9 uno sciopero globale transfemminista.
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