La Juventus che incespica, la Lazio che continua imperterrita a vincere, l’Inter che ribalta un derby memorabile. Da quanto non vi divertivate così? Siamo talmente assuefatti al dominio bianconero che la Serie A com’era una volta quasi non la ricordiamo più. Qualche campionato divertente in realtà lo abbiamo avuto anche di recente, si contano sulle dita di una mano: il 2018 del Napoli di Sarri, davvero a un passo da uno scudetto che sarebbe stato storico (inutile rivangare perché non è stato, invece). Mettiamoci anche il 2012, il primo anno di Conte, che ha segnato l’inizio dell’egemonia. Per il resto nulla, nell’ultimo decennio solo stagioni noiosissime, distacchi in doppia cifra, scudetti virtualmente già assegnati a marzo. Stavolta siamo a metà febbraio e ci sono non due, ma addirittura tre squadre in corsa per il titolo, racchiuse in un punto. Non succede da nessun’altra parte in Europa, come non accadeva da vent’anni.

In Inghilterra la Premier League è già finita: l’ha vinta il Liverpool. La Ligue 1 francese neanche a parlarne, il Paris Saint-Germain ha dato dieci punti di distacco a tutte le altre. In Spagna sarà il solito testa a testa fra Real Madrid e Barcellona. C’è la Bundesliga, dove ancora Lipsia e Borussia Dortmund non mollano la scia del Bayern Monaco ma nessun altro torneo europeo può vantare una classifica così aperta, incerta, combattuta. Il derby di ieri sera tra Inter e Milan, uno dei più incredibili dell’ultimo decennio, rappresenta un po’ il momento magico della Serie A. A San Siro si è vista una partita spettacolare, emozionante, giocata su ritmi altissimi per tutti i novanta minuti, decisa da grandi giocate. La classifica restituisce un equilibrio nuovo, raro, prezioso.

Le cause vanno divise equamente fra meriti delle inseguitrici e demeriti dei campioni. Quello che sta facendo la Lazio, arrivata al 18esimo risultato utile consecutivo, ha dell’incredibile. L’Inter dopo un periodo di appannamento a cavallo tra 2019 e 2020 sembra aver ritrovato slancio nel mercato e potrebbe trovarne ancora di più nella rimonta nel derby. Ma niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza qualche passo falso della Juventus. Lo si era sempre detto: per riavere un campionato combattuto le rivali avrebbero dovuto crescere, i campioni calare. È quello che sta succedendo: vuoi per la chiusura di un ciclo, per il cambio tecnico in panchina o un mercato imperfetto, la Juventus di Sarri ha 9 punti in meno rispetto all’anno passato. È soprattutto grazie a questo che Inter e Lazio hanno potuto avvicinarsi. E probabilmente questa corsa a tre contribuisce ulteriormente all’equilibrio, più di un testa a testa, perché la competitività aiuta la competitività: quando una squadra sembra mollare un attimo, ce n’è subito un’altra a non lasciar serena la capolista, e viceversa.

Che stia accadendo qualcosa di speciale lo dicono i numeri: per ritrovare una situazione così incerta a questo punto della stagione bisogna tornare indietro quasi di vent’anni, al 2001/2002, l’anno del 5 maggio per intenderci. Adesso i tifosi interisti faranno gli scongiuri ma quello, con Juventus, Inter e Roma a giocarsi il titolo in una corsa a tre fino all’ultima giornata, fu davvero uno dei campionati più belli di sempre della Serie A. Questo lo sarà altrettanto? È presto per dirlo: mancano tante partite, domenica sera c’è lo scontro diretto fra Lazio e Inter all’Olimpico, una giornata favorevole per la Juventus che può subito riallungare. L’impressione è che i bianconeri siano sempre la squadra più forte, troppo più forte. È come se un po’ tutti facessimo ancora fatica a prendere davvero sul serio la Lazio di Inzaghi, o a credere che l’Inter non ricada nella sua “pazzia” sul più bello (ci stava quasi riuscendo nel primo tempo del derby). O forse anche questo è solo l’effetto dell’assuefazione al dominio bianconero. Intanto riabbracciamo la Serie A, la più bella di tutte. Godiamocela. Finché dura.

Twitter: @lVendemiale

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