Ennesimo gesto di antisemitismo in poche settimane. Una svastica è stata disegnata venerdì sul muro della casa dove visse Arianna Szörényi, che il 16 giugno 1944 fu deportata assieme ai familiari ad Auschwitz. Tutta la sua famiglia fu arrestata dopo che un delatore ne denunciò alle autorità le origini ebraiche. La storia di Arianna Szörényi è stata ricordata anche nel film “Anna Frank: Vite parallele“, proiettato in tutto il mondo. L’episodio è avvenuto a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, come riporta il Messaggero Veneto. Disegnata con un pennarello nero accanto alla porta, è poi stata coperta da qualcuno con un cuore. Nella cittadina si sono già avuti episodi di intolleranza: il 30 gennaio lettere antisemite erano state recapitate a quattro consiglieri di minoranza con il testo: “Dopo 75 anni l’ebreo è sempre ebreo”. Sabato alle 16 davanti alla casa di Szorenyi si è svolta una manifestazione per condannare gli ultimi avvenimenti antisemiti. Hanno partecipato numerose associazioni, il parroco, monsignor Sergio De Cecco, e il sindaco Pietro Valent.

Venerdì la polizia ha effettuato un sopralluogo sul posto e la Digos ha raccolto elementi e testimonianze per risalire al responsabile del gesto. La questione era venuta alla ribalta già alla fine del 2019, quando l’allora consigliere di maggioranza della Lega Giovanni Candusso aveva pubblicato su Facebook un post in cui commentava così l’istituzione della Commissione Segre: “Non capisco perché gli ebrei si lamentano da millenni, quando qualcuno la pensa diversamente da loro”. Frase che aveva portato alla sua uscita dal gruppo consiliare della Lega.

Immagine d’archivio

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