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Treno deragliato, gli operai lavoravano su “un’anomalia segnalata dal sistema”. Rete ferroviaria italiana li sposta ad altro incarico

Le indagini del Nucleo operativo incidente ferroviari della Polfer si stanno quindi concentrando su cosa sia accaduto: perché quel deviatoio era in una posizione errata e per quale motivo il fonogramma inserito alle 4.45 confermasse la posizione corretta dello scambio e ancora perché nei sistemi di controllo interni tutto risultasse in regola. Allo stato è probabile che si sia trattato di una catena di errori. Gli operai alla Polfer: "Lavorato correttamente"
Treno deragliato, gli operai lavoravano su “un’anomalia segnalata dal sistema”. Rete ferroviaria italiana li sposta ad altro incarico
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La squadra di operai di Rete ferroviaria italiana intervenuta giovedì notte lungo la tratta dove si è verificato il deragliamento del Frecciarossa 1000 erano intervenuti “su un’anomalia segnalata dal sistema”. Manutenzione ordinaria, come ha spiegato il procuratore di Lodi Domenico Chiaro, che indaga per disastro e omicidio colposo. Al momento non ci sono indagati. I cinque, ascoltati dalla Polfer, hanno riferito di aver svolto correttamente il proprio lavoro nei dintorni di Livraga, vicino a Lodi. E nel frattempo Rfi li ha destinati ad altro incarico in ufficio.

Qualcuno di loro aveva confermato inviando il fonogramma “deviatoio in posizione normale” – pubblicato da Ilfattoquotidiano.it – che alle 4.45 è stato inserito nel sistema e ha innescato la riapertura della rete e il via libera al passaggio dei treni. Quando il treno 9595 partito da Milano e diretto a Salerno, il primo a passare su quei binari dopo i lavori, lo scambio era però in posizione errata, come confermato dalla procura lodigiana: la prima vettura ha quindi imboccato a quasi 300 chilometri orari una “svolta a sinistra”, quando invece avrebbe dovuto procedere dritto in direzione Bologna, innescando l’incidente e provocando la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù e e Mario Di Cuonzo che si trovavano a bordo.

Le indagini del Nucleo operativo incidente ferroviari della Polfer si stanno quindi concentrando su cosa sia accaduto: perché quel deviatoio era in una posizione errata e per quale motivo il fonogramma confermasse la posizione corretta e ancora perché nei sistemi di controllo interni tutto risultasse in regola. Allo stato è probabile che si sia trattato di una catena di errori, iniziata sul posto e proseguita nelle sale in cui si controlla il traffico ferroviario da remoto. Ipotesi – va detto – tutte da accertare. Di certo, lo scambio era in una posizione errata.

Alla ricostruzione potrebbero essere utili gli hard disk delle telecamere posizione sul perimetro della stazione di segnalamento dove ha finito la sua corsa la vettura del Frecciarossa, a circa 600-700 metri dal punto in cui si è sganciata dai binari all’altezza del deviatoio: sono stati recuperati nella serata di giovedì dagli uomini della Polizia scientifica. Intanto investigatori e inquirenti stanno valutando degli accertamenti irripetibili sui binari: se saranno disposti, gli accertamenti sarà inevitabile l’iscrizione di nomi nel registro degli indagati nel procedimento a garanzia delle persone che, allo stato, la procura ritiene possa aver avuto un ruolo nell’incidente ferroviario.

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