Sei parlamentari del Movimento 5 stelle sono stati espulsi alla fine dell’istruttoria sui ritardi sulle rendicontazioni dei probiviri. Gli espulsi sono i deputati Nadia Aprile, Michele Nitti, Flora Frate, Massimiliano De Roma, Santi Cappellani e il senatore Alfonso Ciampolillo. L’annuncio è contenuto in un post pubblicato sul Blog delle Stelle titolato: “Chi non rispetta le regole va allontanato“. “Rendicontare le spese e restituire le eccedenze dei nostri stipendi è per noi un onere e un onore. Un chiaro impegno preso coi cittadini fin dalla nascita del MoVimento 5 Stelle, un approccio più sobrio alle istituzioni. L’idea di una politica capace di spendere il denaro pubblico con la stessa oculatezza di chi spende il denaro proprio. Il percorso iniziato ad inizio novembre per la regolarizzazione di rendicontazioni e restituzioni degli eletti in Parlamento, ha portato alla regolarizzazione della maggioranza delle posizioni pendenti. Questo è motivo di orgoglio e un chiaro segnale di rispetto degli impegni presi verso i cittadini. “, è l’incipit del post.

Il blog delle Stelle spiega che “sul totale di 30 casi aperti, alcuni portavoce hanno controdedotto in merito ai rilievi posti loro dal Collegio dei Probiviri, il quale, riscontrata la buonafede e la volontà di adempimento, ha intrapreso un dialogo per risolvere positivamente i casi. Ma la civile convivenza è basata sulle regole, e chi non le rispetta va allontanato”. Tra i casi per i quali il collegio dei probiviri ha riscontrato la “buonafede e la volontà di adempimento”, c’è anche il senatore Mario Michele Giarrusso, inserito nella lista dei parlamentari non in regola con le restituziononi. “Non ho mai rinnegato gli impegni presi col Movimento”, ha scritto su facebook a novembre Giarrusso, “né intendo abbandonare il Movimento. Semplicemente è cambiato il meccanismo della rendicontazione e quello nuovo non consente più l’accantonamento di quanto rendicontato. Perché questo ho fatto. Ho accantonato, da gennaio 2019, le somme che avrei dovuto restituire, per costituire una riserva per far fronte alle spese legali per alcuni processi pendenti a mio carico, scaturiti dalla mia attività di parlamentare”. Giarrusso aveva spiegato di aver “da tempo comunicato al capogruppo e a Beppe Grillo, il motivo dei miei accantonamenti ed aspetto di avere riscontro alle mie deduzioni. In ogni caso, concluse le vicende giudiziarie, provvederò a rendicontare e restituire quanto accantonato”.

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