La linea dura nei confronti di Pechino ha pagato. Così Tsai Ing-wen è stata confermata per il secondo mandato da presidente di Taiwan grazie al 57,3% delle preferenze quando sono state scrutinate il 95% delle schede. I voti a suo favore, al momento, sono 7,63 milioni contro i 5,12 milioni del rivale Han Kuo-yo dei nazionalisti del Kuomintang (Kmt), partito che ha tradizionali rapporti d’amicizia con la Cina. Secondo i media locali, Han, di fronte al divario ormai incolmabile, ha ammesso la sconfitta e riconosciuto la vittoria di Tsai.

“La Taiwan democratica e il nostro governo eletto democraticamente non cederanno alle minacce e alle intimidazioni – ha dichiarato la presidentessa – I risultati di queste elezioni hanno reso chiara questa risposta. La Cina deve abbandonare la minaccia dell’uso della forza”. Alla domanda se il risultato sia stato il frutto di una scelta tra la Cina o gli Usa, Tsai ha replicato che l’esito elettorale è “una scelta per la libertà e la democrazia”.

Il risultato del voto di Taiwan rinnoverà, oltre alla carica presidenziale, la composizione del Parlamento, formato da 113 deputati, di cui 73 assegnati col sistema dei collegi maggioritari, 34 su scala proporzionale e 6 in capo alle popolazioni indigene. Nel 2016, i Democratici vinsero con gli alleati 73 seggi, mentre la coalizione del Kmt ne prese 39. Gli elettori registrati sono 19,3 milioni, di cui 7 milioni di tra i 20 e i 39 anni (1,2 milioni al voto per la prima volta).

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