L’identità digitale fornita dallo Stato potrà essere usata non solo per i “servizi digitali della Pubblica amministrazione“, ma anche per il privato. La proposta della ministra M5s per l’Innovazione Paola Pisano ha provocato numerose reazioni in rete e nel mondo politico. Tanto che, dopo l’intervista a “Eta Beta” su Radio 1, ha precisato su Twitter che si tratta solo di una possibilità. Chi ha chiesto chiarimenti è stata, tra i primi, l’ex ministra per la Pubblica amministrazione e deputata Pd Marianna Madia: “Sono molto perplessa”, ha detto. “Credo occorra un confronto urgente sulle scelte complessive del governo in materia di digitale e dati”. E pure il deputato dem Filippo Sensi: “A me questa cosa mette i brividi”, ha scritto su Twitter.

Poco dopo è intervenuto anche l’ex premier e leader di Italia viva Matteo Renzi: “La password di Stato anche per i servizi privati è inquietante. La ministra Pisano attui il piano già pronto lanciato da Diego Piacentini e Paolo Barberis sull’identita digitale con un’unica app per tutti i servizi della PA. E lasci stare idee stile Grande Fratello”. Posizione condivisa dal leader della Lega Matteo Salvini: “Grande Fratello al governo, questi sono pericolosi”, ha scritto su Twitter.

La discussione è nata dopo l’intervista della ministra a Radio 1. “Con l’identità digitale“, ha dichiarato, “noi avremo un’unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali. Queste user e password potrebbero essere utilizzate non solo per i servizi digitali della Pubblica amministrazione, ma anche del privato”. Quindi ha fatto alcuni esempi: per accedere “ai nostri conti in banca”, “per andare al cinema”, “prenotare un’auto”. E questa password e username “dovrebbero essere dati dallo Stato perché lo Stato l’unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadini. Lei, lo sa quanto truffe ci sono sull’identità su internet?”. Queste frasi hanno sollevato numerose polemiche, tanto che Pisano ha deciso di rispondere su Twitter: “Vediamo di sgombrare il campo da ogni equivoco: l’identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, POTREBBE essere ulteriore sistema di autenticazione“.

Lo stesso ministero dell’Innovazione, sempre su Twitter, ha specificato: “Nessuna nuova proposta, né nuova password di Stato. La ministra Pisano si riferiva a Spid già usata da 5 milioni di italiani. L’intenzione da discutere con tutti gli interlocutori istituzionali competenti è solo quella di affidarne la gestione direttamente allo Stato“.

In serata è intervenuto anche il vicepresidente dei deputati di Italia viva Luigi Marattin, che nei giorni scorsi aveva proposto di “regolamentare l’accesso ai social network” ed era stato a sua volta sommerso dalle critiche. “Se la ministra Pisano”, ha dichiarato, “intende sviluppare e consolidare la digitalizzazione completa del rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, non solo ha il nostro pieno supporto ma anche il nostro aiuto di know-how. Se intende invece far sì che lo Stato possa sapere cosa compro online, allora non ci siamo proprio“. “Tutt’altra cosa invece è regolamentare meglio l’accesso ai social media per impedire le distorsioni dell’anonimato. Una proposta su cui il Parlamento, sospinto dalle autorevoli parole del presidente Mattarella durante il discorso di fine anno, lavorerà nel 2020, in uno sforzo bipartisan e senza bandiere politiche”.

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