Erdogan è pronto a inviare truppe in Libia per sostenere il governo di unità nazionale di Fayez al-Serraj. “Se la Libia ci fa una richiesta del genere, possiamo inviare il nostro personale, soprattutto dopo che abbiamo raggiunto un accordo militare“, ha detto il presidente turco in un’intervista televisiva, facendo riferimento al memorandum siglato dai due paesi il 27 novembre a Istanbul. “Se la Libia dovesse chiedere assistenza militare, la Turchia prenderà una decisione in merito in modo indipendente”, ha detto Erdogan all’emittente Trt. “A questo proposito, non chiederemo il permesso a nessuno”, ha aggiunto. Le truppe di Ankara tornerebbero così nel Paese africano a più di cent’anni dalla fine del dominio ottomano.

Erdogan ha accusato la Russia, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto di fornire assistenza militare alle forze del generale Khalifa Haftar, violando così l’embargo delle Nazioni Unite sulla vendita di armi in Libia. Il presidente turco programma di parlarne entro una settimana in un colloquio telefonico con Vladimir Putin e ha rimarcato che qualsiasi supporto fornito a Haftar è illegale. Erdogan ha affermato che l’uomo forte della Cirenaica ha beneficiato del sostegno di una compagnia di sicurezza russa chiamata Wagner. “Questa società ha inviato personale lì”, ha sostenuto, dando credito alle notizie di stampa, smentite da Mosca, sulla presenza di mercenari russi in Libia. Il New York Times aveva infatti riportato all’inizio di novembre lo spiegamento in Libia di quasi 200 contractors del gruppo Wagner.

Oltre all’accordo militare, la Turchia e il governo di unità nazionale a fine novembre hanno concluso un accordo sulla giurisdizione marittima, che consente ad Ankara di far valere diritti su vaste aree del Mediterraneo orientale ambite da altri paesi, tra cui la Grecia. Il presidente turco lunedì ha dichiarato che la Turchia e la Libia potrebbero svolgere attività di esplorazione congiunta al largo di Cipro, in un’area che contiene grandi giacimenti di gas. Atene ha lanciato un appello alle Nazioni Unite chiedendo di condannare l’accordo, che definisce “perturbatore” per la pace e la stabilità nella regione. Il portavoce del governo, Stelios Petsas, ha detto che la Grecia “vuole che l’accordo venga portato all’attenzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu affinché possa essere condannato”. Parte dell’intesa fissa un confine marittimo tra Libia e Turchia, che secondo la Grecia non tiene in considerazione l’isola di Creta. Atene ha inviato due lettere separate sulla questione, una al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e l’altra al Consiglio di sicurezza dell’Onu, sostenendo che l’accordo sia stato stipulato “in malafede” e che “è nullo perché non è stato approvato dal Parlamento libico”.

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