Vi è mai capitato di vedere qualcuno in canottiera alla Scala? Che sia successo o meno, il regolamento di sala del prestigioso teatro milanese parla chiaro: “Non sono ammessi spettatori che indossino canottiere o pantaloni corti; in questo caso i biglietti non sono rimborsabili”. Dall’abbigliamento consono agli applausi o fischi a scena aperta, dai commenti sottovoce all’utilizzo dei dispositivi elettronici, le regole per lo spettatore diligente non sono molte. Più che il bon ton e l’etichetta, a irritare pubblico e artisti sono le azioni di disturbo premeditato. Spesso addirittura ostentato. Chattare approfittando del buio, scattare foto di nascosto, controllare il display del telefonino. Lo fanno anche loro, i protagonisti della scena, quando vanno agli spettacoli altrui? Non è dato saperlo.

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