“La prevista variazione del deficit strutturale nel 2020 non costituisce una deviazione significativa“. E la scelta di non impegnarsi di più per la riduzione del debito – rinviata agli anni successivi – è motivata dal fatto che per il governo l’obiettivo chiave è “far ripartire la crescita economica e iniziare la transizione verso un modello sostenibile per l’ambiente e inclusivo”. Tutto considerato, “l’intonazione moderatamente espansiva della manovra di bilancio è coerente con le regole del Patto di Stabilità e Crescita, tenuto conto della flessibilità che queste prevedono”. E’ il cuore della lettera di risposta inviata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a “Valdis” (Dombrovskis) e “Pierre” (Moscovici), rispettivamente vicepresidente della Commissione Ue e commissario agli Affari economici, che due giorni fa avevano chiesto chiarimenti all’Italia sui saldi della manovra avvertendo di aver rilevato il “rischio di una deviazione significativa” rispetto all’aggiustamento richiesto. Alla missiva è allegata un’ampia relazione tecnica che descrive nel dettaglio le misure che concorrono alla definizione delle coperture. Le misure di contrasto all’evasione fiscale – da cui sono attesi nel 2020 circa 3,2 miliardi di euro – vengono quantificate “in maniera prudente ma rigorosa“, rivendica Gualtieri.

L’esecutivo europeo contestava tra il resto il fatto che nel 2020 il deficit strutturale, stando al Documento programmatico di bilancio, aumenterà dello 0,1% invece di ridursi dello 0,6% come raccomandato: lo scostamento, secondo Bruxelles, ammonta quindi allo 0,7% del pil, pari a 12,6 miliardi circa. Gualtieri ribatte punto per punto: è vero che il disavanzo depurato dagli effetti del ciclo economico e dalle una tantum mostra un “leggero deterioramento”, ma “l’economia italiana è ancora in condizioni negative” per cui l’aggiustamento richiesto dovrebbe fermarsi allo 0,5% del pil. E, tenendo conto che il governo ha chiesto uno 0,2% di pil (circa 3,6 miliardi) di flessibilità per il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza della rete stradale dopo il crollo del ponte Morandi, l’aumento del disavanzo “non costituisce una deviazione significativa”. Insomma: stando ai calcoli di via XX Settembre l’Italia risulta in regola. “Al tempo stesso, viene assicurata la sostenibilità della finanza pubblica e la traiettoria discendente del debito pubblico, evitando una stretta pro-ciclica in linea con gli orientamenti espressi nell’Eurogruppo del 9 ottobre“, spiega il ministero.

La lettera ripercorre i principali contenuti della manovra – il cui testo avrebbe dovuto arrivare alle Camere entro il 20 ottobre – dalla sterilizzazione delle clausole Iva alla proroga di quota 100 fino al taglio del cuneo fiscale, le nuove “misure di supporto alle famiglie“, i due fondi spalmati su 15 anni per gli investimenti di Stato ed enti locali, il rifinanziamento di Industria 4.0 e delle detrazioni per l’efficientamento energetico. Misure che portano il deficit 2020 al 2,9% del pi, che “sarà ridotto a un po’ meno del 2,2% attraverso un pacchetto di coperture che vale lo 0,7% del pil”, spiega la lettera. Oltre alle misure di contrasto all’evasione vengono elencati l’aumento del prelievo erariale sui giochi, “cambiamenti degli incentivi fiscali e dei sussidi ambientalmente dannosi e aumenti di imposte ambientali” e “varie modifiche fiscali” che comprendono una revisione delle regole per i rimborsi, della tassa sostitutiva sulla rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni e delle regole di deducibilità delle imposte anticipate.

Le stime contenute nel Documento programmatico di bilancio “sono abbastanza prudenti”, rivendica il titolare del Tesoro, perché non tengono conto dell’impatto sul gettito del piano per “la promozione” dei pagamenti digitali. Inoltre le misure di contrasto all’evasione fiscale vengono quantificate “in maniera prudente ma rigorosa“. L’obiettivo è di “superare di gran lunga” le stime sia riguardo ai risultati della spending review sia rispetto alla “tax compliance”. Il ministro si dice anche fiducioso che “il consolidamento” della finanza pubblica e le riforme porteranno a un ulteriore calo dello spread aumentando i risparmi e migliorando il deficit strutturale.

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