Le concessioni? “Giusto andare a una revisione”. Quindi un messaggio al nuovo alleato di governo: “Non contempliamo le nostre differenze”. E poi l’augurio che non avvenga uno “scisma” nel Pd con l’addio di Matteo Renzi e l’auspicio che il prossimo presidente del partito sia una donna. Nicola Zingaretti traccia dallo studio di Porta a Porta i primi passi dell’esecutivo Conte 2 e le mosse dei dem nei prossimi mesi.

Il segretario dem parla a tutto campo della trattativa con il M5s, dei primi giorni di lavoro insieme a Palazzo Chigi e delle scelte che la nuova maggioranza dovrà affrontare. Parte con una sottolineatura: “Come è noto, chiedevo maggiore discontinuità ma non è stato possibile, abbiamo riconosciuto il diritto del partito di maggioranza relativa di indicare il premier”. Quindi vira subito su una delle possibili divergenze con i pentastellati: le concessioni pubbliche.

“È giusto andare a una revisione e alla verifica degli investimenti nel campo della sicurezza e questo penso sia una cosa corretta”, apre rispondendo a una domanda sulle concessioni di Atlantia. Quindi la puntualizzazione: “Una verifica delle concessioni e degli investimenti penso faccia bene anche ai concessionari, e non solo a un concessionario”. Quindi apre il capitolo della legge di Bilancio da scrivere con il Movimento: “Non si devono sostituire le parti sociali, una novità sarà proprio la ricostruzione di un rapporto con chi in Italia rappresenta gli interessi di chi si associa e nel programma la parte più importante sarà segnare alcuni punti chiari come l’Iva e tasse“.

In particolare, specifica, è necessario “archiviare la tassa ingiusta della flat tax e introdurre un sostanziale abbassamento tasse per i salari più bassi”. La rotta giusta per lavorare in sintonia, dice il segretario del Pd, è quella di “ricostruire una visione comune”: “Ai Cinque Stelle dico: guai a contemplare le nostre differenze. Se ci sono bisogna sedersi intorno a un tavolo e trovare una sintesi, nessuno metta la sua figurina Panini. Si può aprire una stagione nuova, non cominciamo a litigare sui comunicati stampa”. E sui migranti ha detto: “Credo che dovremmo garantire la distribuzione nei tempi più veloci possibili ma credo che, accanto a una politica di sicurezza, non si possano lasciare esseri umani all’infinito in mare. Quella non era una soluzione. Voglio confini sicuri e vigilati, come è giusto che pretenda un grande Paese, ma quella di prima non era una soluzione, era solo ordine pubblico”.

Zingaretti non si è limitato a parlare del ritorno al governo del Pd, ma si è soffermato anche sui temi interni. In primis chi succederà a Paolo Gentiloni nella figura di presidente del partito: “Vedremo insieme, mi auguro che sia una donna, lavorerò per questo. Per ora il presidente del Pd è ancora Gentiloni”. Quindi ha affrontato le continue voci di un addio di Matteo Renzi dopo la Leopolda: “L’unica cosa che non si capisce quali motivi possano esserci alla base di un fatto lacerante. Come ha detto ieri Papa Francesco sullo scisma, io mi auguro che non avvenga uno scisma”.

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