Ci sono poche dubbi, quando si notano dimostrazioni di forza di questo tipo. Si è davanti ad un campione indiscusso. Leclerc nell’arco di questo weekend ha dato vita ad una prova di determinazione, freddezza, furbizia, concentrazione e, non da ultima, velocità fuori dal comune.

Soli pochi campioni del passato potevano avere in sé tutte queste qualità che, nel caso del monegasco, sono racchiuse insieme in un ragazzo di soli 21 anni, un altro motivo per cui si resta abbagliati da questo campione.

Abbagliato e distrutto dal confronto con lui ne esce Vettel. Il tedesco oramai è in una condizione mentale difficilmente recuperabile. Non so quali e quante altre prove negative dovrà ancora fornire per convincere quegli ultimi addetti ai lavori – o sedicenti tali che operano sui social – della fine di un campione che, ancora una volta, attira intorno a sé domande, interrogativi e dubbi sul valore dei suoi 4 titoli mondiali vinti su una macchina, all’epoca, senza rivali.

Vettel sta lentamente scomparendo ma la Ferrari sta crescendo. L’impressione avuta a Monza è di una macchina, come già noto, che si adatta solo su piste da bassissimo carico aerodinamico – d’altronde è stata progettata e voluta così per deficit di motore – ma che forse con l’arrivo della terza specifica di motore, ha compiuto finalmente un importante salto in avanti in termini di prestazioni complessive della PU.

Come tante volte ho ripetuto, anche qui, non è la velocità massima l’unico dato che può indicare la potenza massima di un propulsore, ma si deve considerare anche il coefficiente aerodinamico di penetrazione della vettura che ad ogni gara, oltretutto, varia a seconda dell’incidenze alari impostate sui diversi tracciati e anche dalle linee e dalle scelte progettuali operate sul corpo vettura. Vedere, infatti, una Mercedes, con tanto di DRS aperto, non riuscire a sopravanzare la Ferrari è qualcosa che indica come – a parte il basso drag della SF90 – il motore ci abbia messo del suo.

Cavalli che potranno, allo stesso tempo, aiutare l’aerodinamica, permettendo ai tecnici di adottare, nel caso, una maggiore incidenza alare senza compromettere troppo la velocità massima. Un aiuto importante che potrà aiutare la Rossa nella rincorsa prestazionale alla Mercedes ma che non deve però creare illusioni e false speranze. La Mercedes ha carico da vendere ed il motore, di certo, rimane ancora, seppur di poco, il migliore del Circus.

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