Una masseria fatiscente, in cui vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie decine di cittadini di origine africana usati come forza lavoro nei campi, è stata sequestrata a Meliccucco, nella piana di Gioia Tauro. La polizia ha denunciato tre persone. L’indagine, coordinata dalla Procura di Palmi e condotta da personale della Squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro, è iniziata nell’ambito dei controlli interforze disposti dal Questore per reprimere il caporalato. Il caporale aveva il compito di trasportare, alle prime ore del mattino, la manodopera sui campi a bordo di un furgone per poi ricondurla all’interno della masseria nel tardo pomeriggio. Gli stranieri, secondo quanto ricostruito dalla Polizia, venivano fatti alloggiare nella masseria in due stanzoni al cui interno erano ammassate brandine e materassi; disponevano di servizi igienici comuni all’aperto collocati nelle immediate vicinanze di un fienile e si servivano di un garage adibito a cucina, dove si districavano tra bombole di gas e fornelli, con seri rischi anche per la propria incolumità.

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