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Crescita, Istat: “A luglio aumenta la fiducia dei consumatori. Indicatore torna positivo: verso miglioramento della produzione”

La nota mensile dell'Istituto di statistica sull'andamento dell'economia italiana: dopo una flessione che durava dalla fine del 2018, l'indicatore anticipatore torna in terreno positivo: "L'indice di fiducia progredisce anche tra le imprese, raggiungendo il valore massimo da ottobre 2019. Fa eccezione il settore manifatturiero"
Crescita, Istat: “A luglio aumenta la fiducia dei consumatori. Indicatore torna positivo: verso miglioramento della produzione”
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Spiragli di una ripresa per l’economia italiana. Dopo una continua flessione in atto dalla fine del 2018, a luglio l’indicatore anticipatore messo a punto dall’Istat torna di segno positivo, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi. L’Istituto di statistica nella sua nota mensile evidenzia come il clima di fiducia dei consumatori abbia registrato un marcato aumento, determinato soprattutto dalla componente economica e dalle attese sulla disoccupazione. Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia ha segnato un progresso, raggiungendo il valore massimo da ottobre 2018. L’aumento è stato diffuso tra i settori economici a eccezione del settore manifatturiero per il quale sono peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e migliorati quelli sulle attese sulla produzione.

Per il resto, rimangono una congiuntura negativa e le difficoltà raccontate dagli ultimi dati, fatta eccezioni per una stabilizzazione dell’occupazione. Le prospettive per gli scambi internazionali, scrive l’Istituto, penalizzate dal protrarsi delle tensioni commerciali e dal rallentamento dell’attività economica in Cina, rimangono negative. L’Istat ricorda inoltre che in base alla stima preliminare, nel secondo trimestre 2019, il Pil italiano ha registrato una variazione congiunturale nulla a sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e di un contenuto incremento in quello dei servizi. A giugno, l’indice destagionalizzato della produzione industriale, dopo l’ampio incremento di maggio, si è ridotto marginalmente in termini congiunturali. A seguito dell’evoluzione positiva nella prima parte dell’anno, a giugno l’occupazione ha mostrato una stabilizzazione e il tasso di disoccupazione è diminuito ulteriormente, pur non riducendo il gap con la media dell’eurozona. Sotto la spinta dei ribassi dei beni energetici, a luglio, l’inflazione ha continuato a rallentare e si è ampliato il differenziale negativo con la dinamica dei prezzi al consumo nell’area dell’euro e nei principali partner europei.

Bruxelles conferma il segnale positivo
A confermare lo stop della flessione e la speranza di una ripresa è anche l’Economic sentiment indicator (ESI) della Commissione europea che è migliorato in Italia (+1,4), così come in Spagna (+0,6), mentre è diminuito bruscamente in Germania (-2,4) ed è rimasto invariato in Francia. L’aumento della fiducia delle imprese italiane è stato registrato anche dall’indice Pmi composito (purchasing managers’ index) che monitora l’andamento del settore manifatturiero e dei servizi, salito a 51 punti a luglio da 50,1 di giugno. L’indice, calcolato da IHS/Markit in base al sondaggio fra i direttori degli acquisti, segnala quindi una fase di espansione per il secondo mese consecutivo e arriva ai massimi da quattro mesi.

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