Cala ancora la disoccupazione in Italia. A maggio per la prima volta dopo sette anni il tasso dei senza lavoro era sceso sotto il 10%. Le rilevazioni Istat su giugno registrano un’ulteriore flessione (-0,1%), la quarta consecutiva, che porta la disoccupazione al 9,7%: come sottolinea lo stesso istituto di statistica, è il tasso più basso dal gennaio 2012, cioè da sette anni e mezzo. Nel frattempo il tasso occupazione resta sui valori record dello scorso mese: è al 59,2% (+0,1%), ovvero il nuovo massimo storico da quando sono iniziate le serie statistiche (1977). La sostanziale stabilità degli occupati nell’ultimo mese è la sintesi della nuova crescita dei dipendenti permanenti (+0.3%, +42mila unità) e a termine (+0,3%, +10mila) e del calo degli indipendenti (-1,1%, -58mila): il numero degli occupati in valore assoluto è quindi calato di 6mila unità.

Anche nel trimestre aprile-giugno 2019 l’occupazione registra una crescita rispetto ai tre mesi precedenti (+0,5%, pari a +124mila unità). A trainare l’aumento delle persone con un lavoro sono sempre i dipendenti permanenti (+0,8%, +114 mila). Un altro segnale della tendenza ormai in atto da diversi mesi dopo l’entrata in vigore del decreto dignità, il provvedimento voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio con l’obiettivo di contrastare gli effetti del Jobs Act e aumentare il numero di contratti a tempo indeterminato. Già i dati dati destagionalizzati delle comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro avevano registrato un aumento di 207mila posizioni “fisse” nel primo trimestre dell’anno in corso rispetto agli ultimi tre mesi del 2018, a fronte di una riduzione dei contratti a tempo determinato di 69mila.

I dati Istat sul secondo trimestre raccontano di un ulteriore crescita dei dipendenti permanenti. Aumentano, ma di meno, quelli a termine (+0,6%, +19mila) mentre calano gli indipendenti (-0,2%, pari a -10mila). All’aumento degli occupati si associa, sempre nel confronto su trimestre, il calo delle persone in cerca di occupazione (-4,3%, pari a -114mila) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,2%, -22mila). Nel confronto tra giugno 2019 e lo stesso mese del 2018 invece, ci sono 115mila persone in più al lavoro. In un anno, i dipendenti stabili sono aumentati di 177mila unità (+1,2%), mentre il calo degli indipendenti viene registrato anche su base annua.

La diminuzione della disoccupazione, scrive l’Istat, “è determinata da entrambe le componenti di genere ed è distribuita in tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni”. Diminuisce però anche la disoccupazione giovanile che riguarda la fascia d’età tra i 15 e i 24 anni. Il tasso rilevato a giugno è del 28,1%, in calo di 1,5 punti percentuali rispetto a maggio e di 4,6 punti nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno. È il tasso più basso dall’aprile 2011, ma restano lontani i livelli pre-crisi, quando il valore era attorno al 19 per cento. Il calo dei disocuppati mese su mese in valore assoluto (-28mila) è bilanciato da un aumento negli stessi termini dei giovani inattivi. Il tasso di inattività tra gli under25 è al 74,2% con un incremento di 0,4 punti percentuali rispetto a maggio. In generale, il tasso di inattività rimane fermo al 34,3% per il quinto mese consecutivo. L’andamento è sintesi di un aumento tra gli uomini, saliti di 18mila unità e una diminuzione tra le donne, 33mila in meno secondo l’Istat.

“Queste sono notizie che ci rendono felici. L’occupazione in Italia continua ad aumentare. Noi ce la stiamo mettendo tutta e sappiamo di avere contribuito a questi risultati con i provvedimenti che abbiamo portato avanti in questo anno”, dice il vicepremier Luigi Di Maio commentando i dati Istat. “Certo – prosegue – più i risultati arrivano, più attaccano il Movimento 5 stelle e me, ma ci siamo abituati. No problem, l’importante è che sempre più persone in Italia trovino un lavoro e soprattutto un lavoro stabile“.

Articolo Precedente

Salario minimo, Fca a favore: “Necessario in Italia e va definito per legge. No all’estensione a tutti dei contratti nazionali di settore”

next
Articolo Successivo

Navigator, i campani esclusi dalla formazione: “Non vogliamo essere merce di un tavolo politico tra Di Maio e De Luca”

next