Televisione

Marco Masini: “Dicevano che portavo iella, ma non ero incaz***o, bisogna essere più forti”

Il cantautore, ospite di "Non disturbare", il programma di Paola Perego, torna a parlare del periodo più buio della sua carriera quando qualcuno iniziò a far girare la voce che portasse sfortuna. Poi la rinascita al Festival di Sanremo 2005 con “L'uomo volante

di Andrea Conti

Negli Anni 90, grazie all’exploit di “Disperato” a Sanremo Giovani nel 1990 dove vinse, Marco Masini era indiscutibilmente l’astro nascente della musica italiana. I suoi album “Marco Masini” (1990), “Malinconoia” (1991) e “T’innamorerai” (1993) sono stati dei successi in termini di vendite e classifica.

“Sentivo che ‘Disperato’ raccontava una verità importante e aveva a anche una musica popolare e orecchiabile – racconta Masini, durante la sua intervista a ‘Non disturbare‘ con Paola Perego -, ma io non mi aspettavo così tanto successo. Mi stavo lasciando con la mia donna, ma ero disperato per una serie di cose anche citate nelle canzone. C’era un male comune diffuso ed era un momento particolare in quel momento storico. Così attraverso una storia d’amore sono riuscito a raccontare quanto soffriva la mia generazione di quegli anni”.

Marco Masini ricorda anche del suo periodo difficile: “Poi all’improvviso si è aperto un periodo buio nella mia vita, quando una persona ha iniziato a spargere la voce del fatto che portassi sfortuna. Io non credo nella cattiveria della gente – ammette – non credo di essere stato odiato perché la cattiveria deriva dall’odio. Questa cosa è iniziata per scherzo, tutti prendiamo in giro qualcuno. Questa persona ha iniziato a puntare il dito alle canzoni che ho cantato. C’era chi le sposava perché pensava che sarebbero state d’aiuto a per uscire da un momento triste, chi invece chi non viveva quel momento mi ha individuato come cantante negativo perché esprimevo dei concetti negativi. Non sono mai stato incazzato con nessuno. Ho dichiarato di ritirami perché è come quando una azienda va a fondo e l’amministratore delegato deve dimettersi”.

Il cantautore non riusciva nemmeno ad andare in giro tranquillo. “Era una persecuzione, non potevo ad andare al bar a prendere il caffè – rivela – che vedevo gente che si girava e si toccava. Mi sentivo disarmato perché questa è un’arma letale che ti fa fuori. Nel 2001 arrivò una lettera da una tv al mio manager in cui si diceva ‘ci dispiace il pezzo è molto bello ma il suo artista emana energie negative‘. La mia casa discografica mi rese il contratto dicendo che non riuscivano a fare promozione e quindi non avevano più a disposizione il budget per sostenermi”.

Ma c’è un momento in cui Masini è rinato e lo deve al suo carattere e a una canzone in particolare. “Dico che è inutile arrabbiarsi e fare del vittimismo – conclude – perché non serve. Bisogna essere lucidi freddi. Conosco solo una formula per affrontare momenti difficili ed è scrivere canzoni. Bisogna essere ancora più forti di una persona normale. Ed è arrivata una canzone che ha sfondato questi muri altissimi. Era ‘L’uomo volante’ che ha vinto Sanremo nel 2004. Era una sfida per me. La cosa migliore quando succede qualcosa che ti mette in difficoltà è credere nel domani. Se oggi sei in difficoltà domani non lo sarai, basta che tu sappia prevederlo il futuro e programmarlo in modo da sorprenderti per tutto quello che verrà”.

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