“Dobbiamo decidere se rinunciare a fare la stampella della Lega” e “domandiamoci se siamo ancora utili al governo“. La questione Tav lascia strascichi all’interno del Movimento 5 stelle: nonostante Luigi Di Maio abbia immediatamente ribadito la contrarietà delM5s alla Torino-Lione, l’apertura del premier Giuseppe Conte alla realizzazione dell’opera non è stata digerita. Questa mattina Nicola Morra chiedeva chiarezza, anche di fronte alla pesanti critiche del Movimento No Tav, ma c’è anche chi, come la consigliera regionale del M5S Lazio, Roberta Lombardi, arriva a mettere in dubbio la continuità dell’esecutivo e l’alleanza con il Carroccio: “Abbiamo messo a soqquadro lo status quo e non dobbiamo finire per farne parte: per questo serve decidere cosa vogliamo fare da grandi. Adesso”, scrive in un post su Facebook l’ex deputata.

I vertici dei Cinquestelle, a partire dal capo politico, hanno annunciato la volontà di portare la questione Alta Velocità in Parlamento e annunciato il voto contrario. Sarebbe una presa di posizione puramente singola, perché gli altri partiti, con la Lega in testa, sono a favore. Ma a qualcuno un atto puramente simbolico non basta, soprattutto tra i Cinquestelle piemontesi, dove è a rischio anche la tenuta della giunta comunale di Chiara Appendino a Torino. “Chiediamo il rispetto del contratto di Governo, in particolare laddove si specifica che i soggetti contraenti ‘si impegnano a non mettere in minoranza l’altra parte in questioni che per essa sono di fondamentale importanza’. Se dovesse presentarsi in Parlamento una maggioranza trasversale del partito unico delle opere inutili, con il voto determinante della Lega, si sancirebbe di fatto la violazione di un importante punto del Contratto di Governo”, scrive in una nota il gruppo M5s Piemonte.

Lombardi traduce lo stesso concetto in altre parole. Il M5s – scrive – deve decidere se essere presente “con un voto di testimonianza ma inutile perché lo status quo compatto sotto l’ombrello degli interessi economici di pochi, dal Pd alla Lega passando per Forza Italia e Fratelli d’Italia, voterà compatto per il Sì Tav” oppure, continua la consigliera, “dobbiamo decidere se rinunciare a fare la stampella della Lega e riprendere la nostra identità che è rappresentare il cambiamento e la speranza. Domandiamoci se siamo ancora utili al governo, con l’obiettivo di interpretare il cambiamento e il sogno di vivere in un altro Paese, la speranza e la concretezza nel vedere che lo status quo è stato sconfitto“.

All’Adnkronos ha parlato invece il senatore M5s Matteo Mantero: “Siamo la forza di maggioranza e abbiamo ceduto su uno dei nostri baluardi. Il no alla Tav – si sfoga il parlamentare – era l’emblema di un mondo diverso che non è fatto di opere faraoniche utili solo a chi le realizza ma di infrastrutture diffuse. La nostra è stata una resa importante e la Lega l’ha fatto apposta per metterci in difficoltà. Salvini non aveva alcuna intenzione di far cadere il governo su questa cosa: l’ha fatto per rosicchiare altro consenso”.  “Il Tav è la somma di due errori”, ha scritto su Facebook Gianluigi Paragone. Il primo è che “tutto quello che paga l’Europa è giusto in sé”, mentre il secondo per il senatore pentastellato è che “le grandi opere portano sviluppo”. “Purtroppo alla politica mancano visione e coraggio. Continuerò a girare l’Italia per confrontarmi con i cittadini. Lo farò con grinta e con l’umiltà di chi deve scusarsi per non aver inciso come avrei voluto”, conclude Paragone.

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