“L’Ue gela l’Italia, Manovra bis da 18 miliardi”. E ancora: “La Commissione vede la fine del governo”. La resa dei conti sul debito italiano sembrava ineluttabile. E invece la procedura d’infrazione dell’Europa contro l’Italia non la vedeva il governo, non la vedeva il presidente Mattarella pochi giorni fa. E soprattutto, definitivamente, non la vede nemmeno la Commissione Ue, che infatti ha deciso di non avviare alcuna procedura. Smentite tutte le previsioni dei grandi giornali che nelle ultime settimane hanno dedicato moltissimo spazio al tema dando la procedura come certa (nella gallery qui sopra una rassegna dei titoli di giugno), il tutto mentre il premier Conte a fine maggio sosteneva che “l’economia non arranca” e che il negoziato con la Ue avrebbe aperto spiragli.

Già il 4 maggio Repubblica avvertiva: “Pil in calo e debito. L’Ue vede nero sull’Italia ed è pronta alla stangata”. L’apertura del primo giugno, “L’Italia rischiatutto”, accomunava le critiche del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco allo spread e al rendimento dei titoli di Stato italiano “per la prima volta uguale a quelli greci”. Due giorni dopo è ancora emergenza: “L’Italia ha una settimana per evitare l’infrazione” raccontano sei firme in cinque pagine dedicate al tema.

Il 5 giugno nuovo allarme: “Dall’Europa arriva la bufera. Ecco il documento che inchioda il governo: tutto da rifare. La Ue boccia il reddito di cittadinanza e quota cento. Il debito italiano pregiudica il futuro delle nuove”. Dieci giorni dopo, la certezza: “Deficit, l’Europa presenta il conto: nove miliardi in sette giorni”. L’articolo del 14 giugno 2019 avverte che “la pazienza dei governi dell’Unione è finita”. E spiega come “le previsioni economiche di primavera toglieranno ogni alibi al gabinetto di Conte”. Che nella migliore delle ipotesi a giugno l’Europa chiederà all’Italia una “maxi stangata per il 2020, ultimo tentativo per tenere in carreggiata i conti di un Paese ormai considerato un rischio per la moneta unica”. Nella peggiore, invece, l’Italia “sarà messa immediatamente sotto procedura sul debito: una limitazione alla sovranità economica che peserà sulla nazione per anni, a prescindere da chi la governerà in futuro”.

Il Corriere mostra maggior prudenza. Pur riportando, sull’edizione online del 5 giugno, i richiami di Confindustria: “La Ue gela l’Italia: debito eccessivo e regole violate, giustificata procedura d’infrazione contro l’Italia”. E ancora, nelle pagine economiche: “Parte la procedura di infrazione”Il Sole24Ore da sempre raccoglie le preoccupazioni del mondo imprenditoriale disorientato tra le promesse fiscali della Lega e le politiche sussidiarie del M5S col suo “reddito”. Nel caso della procedura i titoli hanno descritto un “Governo all’angolo” (11/06/2019), ma al tempo stesso il ruolo di Conte come mediatore responsabile (“Conte: stime Ue fuori dalla realtà. Ogni sforzo per evitare la procedura”, 20/06/2019).

C’è un precedente, che riguarda un’altra fase a rischio bocciatura europea. Il 13 novembre arrivava l’ultimatum per abbassare il deficit e il debito nel 2019. “Se scatta la procedura Ue manovra bis da 18 miliardi” (Repubblica, 6 novembre 2018). Ma l’eccesso di pessimismo è venuto a galla a gennaio in seno al più noto quotidiano d’Italia. Esplode allora il caso Caizzi-Fontana, con l’inviato del Corriere della Sera a Bruxelles che accusa pubblicamente il proprio vicedirettore Federico Fubini di aver diffuso la fake news della certissima, già decisa, procedura d’ infrazione all’ Italia il 1 novembre.  All’episodio seguono comunicati di Cdr e azienda, che chiudono quella partita.

Fino, appunto, alla “campagna di giugno” su gran parte dei giornali italiani. Chiusa dalla decisione di oggi della Commissione europea.

 

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