Una riflessione. La profonda differenza fra Lega e M5S investe una sola parola: casta. La “casta” del celebre libro di Stella e Rizzo, quella del potere, dei privilegi. Matteo Salvini ha sponsorizzato un tema ben diverso, che lo fa marciare forte: la paura artificiale dell’immigrazione, che da molti, specie dai disoccupati, vien letto come un pericolosissimo attentato a sottrarre posti di lavoro: quindi Salvini non appare come il difensore dell’integrità nazionale (che non interessa a nessuno) bensì delle chance di sopravvivenza dei più diseredati (i lavoratori votano Lega, non Pd…). E’ un argomento dalla enorme presa politica.

Beppe Grillo incominciò la sua battaglia proprio contro la casta, ed ebbe un fortissimo e inaspettato successo. Poi subentrò il Movimento: sosteneva le stesse cose, ma non era più come prima: finiva la forza propulsiva della “comunicazione alla Grillo” e subentrava lo scenario del “lavoro concreto” da portare avanti contro la casta. E – devo dire – il M5S ha finora mantenuto fede al suo manifesto creativo. In effetti, mentre Salvini ciancia e ciancia con performance sempre più forzate e scomposte, il governo governa: bene, male, così così, ma governa. E quelle cose (tante) finora fatte – pur all’interno di difficoltà non di poco conto – sono tutte (proprio tutte) targate M5S. Di operazioni governative in senso letterale da parte leghista zero: zero virgola zero. Ma la Lega cresce e il M5S perde valanghe di consensi. Come può essere? Gli italiani sono proprio un popolo perduto? Un popolo di imbecilli?

La tentazione immediata è quella dello sconforto, che porta a dire che sì, gli italiani sono un poco imbecilli. Ma la cosa non solo non mi convince, mi irrita: mi ricorda il generale Cadorna (a proposito, quando lo toglieranno dal mausoleo di Pallanza?) che giustificava la disfatta di Caporetto con la viltà imbelle dei soldati, non con errori suoi. Ah no, questo mai: con la codardia della truppa. C’est plus facile. Il Movimento commette – e insiste nel commettere – un grosso errore.

Torniamo a Salvini. Le azioni politiche della Lega sono due. Una palese, ridondante, ben illuminata, sovraesposta all’attenzione di tutti e di tutto 25 ore al giorno; l’altra molto più in ombra, sottobanco, ma decisa e dura. Della prima abbiamo già detto; la seconda consiste – silenziosa e invisibile – nella difesa decisa e senza discussioni dei diritti/privilegi della casta. Guardate bene: ad ogni tentativo del M5S di intaccare la casta, subito troviamo la Lega sulla sponda opposta, e anche in modo duro. Perché? Come mai?

Io non so perché: posso solo fare supposizioni. Ma ricordo Papa Pio XI, il lombardissimo papa Ratti, che diceva: “a pensar male si fa peccato, ma si indovina…”. Vi siete mai chiesti qual fiume di denaro occorre per far vivere un movimento politico? E da dove è probabile che arrivi questa massa di denaro? Dalla raccolta filantropica della San Vincenzo? Vi ricordate la storia dei 49 milioni di euro spariti dai conti della Lega? Ora, io sono vecchio e istintivamente mi porto a valutare spesso i valori in termini di vecchie lire: ma, al cambio di 1.936,27 lire, stiamo parlando di più di 90 miliardi delle vecchie lire. Novanta miliardi, non novanta bruscolini. Riferiamoci ad un cambio più realistico di mille lire: sono sempre una cinquantina di miliardi di vecchie lire (sono soldi privati, puramente nostri, del popolo italiano che ci sono stati, da parte della Lega, rubati). Spariti. E la Lega, spudoratamente, dice che non sa dove siano finiti. E poi ancora vi rifiutate di pensare che la Lega non abbia alternative a difendere la casta? Ma deve difenderla: se non lo fa va dritta dritta sotto scacco. Il clamore anti-immigrazione viene tenuto altissimo in modo che non affiori più che tanto la difesa ferrea da parte leghista della casta: dura realtà, ma real.

Io non capisco la risposta del M5S. Il Movimento non è di destra o di sinistra; non ha una ideologia tradizionale, ma è nato e cresciuto in un fondamentale spirito anticasta e ci ha pure ottenuto un successo strabiliante. Eppure fa operazioni anticasta (vedi Autostrade, una vera sanguisuga a mio avviso), ma ne balbetta la comunicazione. Non dice “devo combattere la casta, ma soprattutto il grande difensore della casta”, degli interessi privati palesi e occulti costituiti, e cioè la Lega. E così facendo si priva dell’argomento a suo favore che – unico – potrebbe portarlo al cuore di molti, ricordando loro perché avevano votato M5S: e permette a Salvini di far risplendere nel cuore dei più sprovveduti (ma anche di persone molto emozionabili) la paura inconsulta, ingiustificata, ingannatrice del pericolo immigrazione. Che non esiste nella realtà.

A mio parere l’errore politico del M5S (che apprezzo perché è quello che oggi davvero si preoccupa del problemi concreti del paese) è colossale. Speriamo che si svegli presto.

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