Non ho alcuna simpatia per Salvini e la sua visione del mondo fatta di chiusure, a me piacciono le aperture, le trovo più erotiche, ogni chiusura ha un vago sentore di castrazione per me. Votare Salvini è quindi sintomo di castrazione spirituale. Eros è il mio dio, e vivo tutto sotto la sua influenza. Non c’è nulla di meno erotico di Salvini.

Con queste premesse sono andato in piazza Duomo a vedere il comizio elettorale “europeista” della Lega, ho usato la mia videocamera come un fucile col mirino, memore della lezione surrealista, puntavo un volto e premevo l’immaginario grilletto per colpirlo, ma in realtà venivo colpito a mia volta dalle “espressioni azzerate” che filmavo, la scintilla del pensiero totalmente assente, una serie di maschere vuote, abitate da sguardi vitrei, dilavati, prosciugati. E tutto questo non produceva in me angoscia ma una strana forma di stupore affettuoso, non odio, anzi: la mia videocamera era diventata materna, accoglievo quei volti nel grembo del mio obiettivo, non per stigmatizzarli come era mia intenzione ma per accarezzarli quasi.

E guardate bene che queste parole che scrivo non sono e non vogliono essere presuntuose, soffro di un complesso di parità, non mi sento superiore o inferiore a nessuno. Conosco leghisti che sono di una onestà cristallina, uno su tutti: Idio del bar Torrital di via Foppa, da lui potete trovare ancora il caffè a 80 centesimi, una rarità per una città come Milano. Non sento nessuna superiorità morale o intellettuale, anche io brancolo nel vuoto, anche io ho degli slogan nella mente. Solo in una cosa mi sento diverso: nel desiderio. Il desiderio di apertura, di dialogo, di fusione con altre culture, il desiderio di vivere senza paure, di amare chi è diverso da me. A questo punto la logica mi impone di amare anche i leghisti. La logica è dispettosa a volte. Chi è più diverso da me di un leghista? La logica mi sta fregando.

Ho sempre detestato la logica, infatti alla Statale per saltare Logica ho dato due volte Filosofia della scienza con Giulio Giorello. Per fortuna c’è il cuore, questa pompa fantastica che irrora le mie erezioni spirituali! C’è Pascal che dice: il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Il mio cuore è con i migranti. Non potrebbe essere altrimenti, diversamente mi sentirei confinato sullo zerbino di casa, e abbandonato dal mio dio: Eros.

Non ho disprezzato quindi i volti di chi ho ripreso, ho provato compassione nel senso più puro del termine, il disprezzo invece era forte verso i leader europei di destra che si sono avvicendati sul palco, compresa Marine Le Pen, loro meritano il mio disprezzo perché hanno truffato quei volti, li hanno deprivati di Eros, li hanno congelati in un vuoto cosmico che però ha assunto la forma di una sagra del nulla da strapaese mentale, dove campeggia l’esaltazione di un buonsenso domestico, chiuso a chiave, a doppia mandata, asfittico. E finalmente è arrivato lui, il Messia del buonsenso, Salvini, e ci ha detto che ama tanto sua figlia, che ogni notte l’abbraccia, e l’immagine di un sano padre di famiglia ha sciolto i cuori in un applauso castrato.

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