Tre anni di transizione per passare da un’amministrazione militare a una civile. Sono questi i termini dell’accordo raggiunto tra le autorità militari e le opposizioni in Sudan. Il Consiglio militare di Transizione ha detto che l’alleanza di opposizione avrà i due terzi dei seggi in un prossimo consiglio legislativo. Questo accordo dà il via al conto alla rovescia verso la fine del regime che è salito al potere dopo l’estromissione, dopo 30 anni di potere, dell’ex presidente Omar Bashir.

Poche ore prima dell’annuncio dell’intesa, a Khartum sono scoppiati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno causato la morte di cinque persone e di un agente. In una conferenza stampa congiunta, il generale Yasser al-Atta ha detto che entro 24 ore sarà firmata una Dichiarazione tra le forze di Cambiamento e Libertà che prevederà la formazione di un nuovo Consiglio esecutivo che governerà il Paese fino alle elezioni: “Promettiamo al nostro popolo che le intese saranno perfezionate entro 24 ore in un modo che andrà incontro alle aspirazioni dei cittadini”, ha detto precisando che i primi sei mesi del periodo di transizione saranno dedicati agli accordi di pace con i ribelli nelle zone di guerra del Paese, come il Darfur ed il Sud Kordofan.

Soddisfazione arriva dall’Unione africana, con il presidente della Commissione, Moussa Faki Mahamat, che si è congratulato per “l’alto grado di responsabilità dimostrata nel voler concludere il ciclo di negoziati in tempi ragionevoli”, ha scritto in una nota. Il comunicato conferma il “forte e continuo sostegno e impegno dell’Unione africana” per un “accordo politico duraturo”. A Khartoum si trova Mohamed El Hacen Lebatt, consigliere strategico dell’Ua, chiamato a monitorare “il supporto tecnico della Commissione dell’Ua per la transizione politica in Sudan”.

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