L’ultimo fronte che divide Lega e M5s diventa la tensione nelle piazze: Luigi Di Maio chiede lo stop a slogan e polemiche che alimentano una “divisone tra estremismi”, Matteo Salvini risponde spiegando che i “reati in Italia sono in calo” mentre i morti e gli infortuni sul lavoro “sono in aumento”. Come dire: il ministro dell’Interno sta lavorando bene, il vicepremier pentastellato – che ha la competenza sul Lavoro – non ha ancora ottenuto risultati. Non solo, perché il leader della Lega punge anche sui temi cari ai leghisti: “Di Maio e Zingaretti parlano di razzismo che non c’è. Gli italiani non sono violenti, né egoisti, né razzisti. Pd e 5stelle si sono forse coalizzati anche contro autonomie, flat tax e per aprire i porti ai clandestini?”.

Quando mancano ormai 13 giorni al voto per le Europee un nuovo tema di contrasto si aggiunge a Rai, autonomie regionali, 25 aprile, fascismo e antifascismo. La miccia sono gli ultimi episodi di cronaca: dal sequestro dello smartphone di una contestatrice di Salvini allo striscione rimosso dal balcone di una casa nel Bergamasco. “Vedo e sento molto nervosismo in Italia. Alla Sapienza oggi sono tornate le camionette delle forze dell’ordine come non accadeva da tempo. C’è una tensione sociale palpabile, non solo a Roma, come non si avvertiva da anni”, avvisa Di Maio in un post su Facebook nel quale elenca i “sequestri di telefonini, persone segnalate, striscioni ritirati”

Nelle piazze, dice, “è tornata una divisione tra estremismi che non fa bene a nessuno”. Quindi l’appello “a tutte le forze politiche anche all’interno del governo”: “Basta slogan, basta polemiche, vogliamo lavorare”. La politica, conclude, “deve occuparsi dei problemi degli italiani, deve dare risposte, non deve inseguire ogni polemica, non deve rincorrere media o tv. La politica deve fare le cose. Siamo stati eletti per questo”. 

Non passa neanche mezz’ora e fonti della Lega rispondono piccate: concetti che poco più tardi vengono fatti propri dal ministro dell’Interno. E rinforzati dalla ministra leghista Erika Stefani. Dagli Affari Regionali parte una nota di fuoco contro il leader pentastellato: “Il progetto di Autonomia è già pronto da mesi, basta che Di Maio lo legga e non faccia perdere altro tempo”, scrive Stefani. “Purtroppo oggi ci sono scuole e ospedali di Serie A e Serie B – si legge nella nota – grazie all’Autonomia finalmente i politici che sbagliano pagheranno e i servizi miglioreranno”.

E in serata il vicepremier pentastellato è tornato a criticare l’alleato durante Quarta Repubblica su Rete Quattro: “Bisogna iniziare ad abbassare i toni, perché dobbiamo fare le cose concrete”. Secondo Di Maio, “è Salvini che fa l’offeso, l’ha presa sul personale con Siri, ma io sono leale e le cose che ci eravamo detti le facciamo. Ma è mio dovere contrastare la tensione sociale. Vedo invece una serie di atteggiamenti che la Lega e Casapound tengono da un paio di mesi, che non mi piacciono”.

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