Gli inceneritori e i termovalorizzatori possono essere “prioritari” ma devono in ogni caso passare dalla Valutazione ambientale strategica. La Corte europea di giustizia boccia lo Sbocca Italia del governo Renzi nell’esaminare il ricorso presentato da alcune organizzazioni ambientaliste contro il decreto del 2014 e delle sue norme esecutive del 2016.
Il diritto europeo, ricorda la Corte, non impedisce di qualificare gli impianti – ne erano previsti 12 in dieci regioni – in questione come ‘insediamenti strategici di preminente interesse nazionale’, ma devono essere soggetti ad una procedura di valutazione ambientale.
La sentenza “boccia lo sblocca Italia” e “ci dà ragione”, esulta Marco Affronte, eurodeputato e candidato con Europa Verde nel Nord-Est che quattro anni fa aveva presentato un’interrogazione alla Commissione europea sul tema. “Ma soprattutto – conclude – dà ragione al Movimento Rifiuti Zero, che ringraziamo per aver presentato il ricorso alla Corte”.
La questione era arrivata in Europa dopo che il Tar del Lazio, ad aprile 2018, dubitando della “conformità alla normativa Ue” delle misure dell’allora governo Renzi, aveva inviato la questione alla Corte con sede in Lussemburgo.
“È un esito che dà ragione a quanto diciamo da anni, arginando il pericolo di nuovi inceneritori sul territorio nazionale”, commenta il pentastellato Salvatore Micillo, sottosegretario all’Ambiente. “Gli inceneritori – continua Micillo – sono una tecnologia obsoleta e nociva, che appartiene al passato e a quel sistema di economia lineare che noi stiamo abbandonando, in virtù di una circolarità delle risorse, basata sul riuso-riciclo-recupero di materia. Ora acceleriamo il recepimento delle direttive europee verso una vera economia circolare”.
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