Con un emendamento al decreto Sblocca cantieri la Lega punta ad alzare fino a un milione la soglia per evitare la gara e affidare un appalto tramite la procedura negoziata. La proposta di modifica, a prima firma Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato, stabilisce che oltre i 350mila euro e fino a un milione la procedura sia negoziata ma con l’invito di almeno 15 operatori. Solo sopra un milione si passa infine alla procedura ordinaria, ovvero la normale gara aperta. Il decreto, così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile scorso, prevede invece che già sopra i 200mila euro ci sia il passaggio dalla procedure a inviti alle gare con il solo criterio del massimo ribasso.

L’emendamento leghista ridefinisce tutte le soglie a partire dai 40mila euro, il valore sotto il quale vale l’affidamento diretto senza previa consultazione di due o più preventivi. Tra questa soglia e 150mila euro, la proposta di Romeo prevede l’affidamento diretto “previa consultazione di tre operatori economici“. Tra 150mila e 300mila euro si prevede invece una procedura negoziata con la consultazione di 10 operatori (cinque nel caso dei servizi). Oltre 350mila euro e fino a un milione la procedura è appunto ancora negoziata ma con 15 operatori.

Il decreto Sblocca cantieri approvato in Consiglio dei ministri a metà aprile prevede che gli appalti fino a 200mila euro di valore possano essere assegnati con procedura negoziata dopo aver interpellato almeno tre imprese per confrontare le loro offerte. Poi questa procedura, basata sull’invito degli operatori da parte della stazione appaltante, scompare. Tra 200mila euro e 5,5 milioni avviene infatti il passaggio alle gare aperte. Il decreto ha infatti abrogato anche quanto era previsto dalla legge di Bilancio, cioè il ricorso alla procedura negoziata con almeno dieci operatori per appalti con valore compreso tra 150mila e 350mila euro.

Lo scopo della procedura negoziata è quello di velocizzare l’aggiudicazione di un appalto, ma espone al rischio di corruzione e cartelli tra imprenditori per spartirsi i lavori. Lo Sblocca cantieri così come arrivato in Senato aveva invece puntato sull’introduzione del criterio del massimo ribasso, al posto dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per rispondere all’esigenza di velocizzare le gare. Solo a partire dai 5,5 milioni in su il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa resta la regola.

Inoltre, già con la legge di Bilancio per il 2019 il governo aveva alzato da 40mila a 150mila euro il tetto sotto il quale non è necessario fare un bando di gara, a patto che si confrontassero le proposte di tre operatori. Allora, era dicembre 2018, il Movimento 5 Stelle aveva fatto muro con la Lega che invece avrebbe voluto questa soglia a 200mila euro. Soglia che poi era stata inserita nel decreto.

Un’altra novità presente nello Sblocca cantieri è l’innalzamento dal 30 al 50% della soglia massima per affidare i lavori in subappalto. Un emendamento del Movimento 5 stelle, a prima firma del presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti, accompagnato dal capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, punta ora ad abbassare questo al 40% del valore dei lavori.

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