Si apre il 6 maggio quella che sarà probabilmente la settimana chiave del caso di Armando Siri. Il sottosegretario verrà interrogato dalla procura di Roma, ma solo dopo Paolo Arata. I pm di piazzale Clodio convocheranno, già nei primissimi giorni della prossima settimana, l’imprenditore di 69 anni a cui chiederanno della lunga intercettazione ambientale del settembre scorso in cui con il figlio tira in ballo Siri. Gli inquirenti parlano di una presunta mazzetta di 30mila euro.

È proprio intorno a questa somma di denaro che gli investigatori stanno svolgendo una serie di accertamenti per trovare conferme. In questo ambito proseguono le indagini anche sulle centinaia di pagine e documenti acquisiti nel corso delle perquisizione svolte il 18 aprile scorso in appartamenti e uffici riconducibili ad Arata. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, analizzeranno i bilanci delle società (Etenea Srl, Alquantara Srl, Solcare Srl amministrata dal figlio Francesco e Solgesta Srl amministrata dalla moglie Alessandra Rollino) dell’imprenditore ligure e i file presenti in una serie di pc acquisiti durante l’attività istruttoria. All’attenzione degli investigatori anche i telefoni di Arata oltre ai flussi bancari e dei conti correnti.

Entro la fine della settimana, poi, avverrà il confronto tra magistrati e Siri. Al momento non è ancora certo se si tratterà di un interrogatorio o di dichiarazioni spontanee. Gli inquirenti ascolteranno Siri in base agli elementi forniti da Arata, il cui interrogatorio potrebbe essere secretato. Per l’accusa Siri nella sua “duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture” nella “qualità di pubblico ufficiale” ha asservito “le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati”. Una azione, per i magistrati della Capitale, messa in atto “tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali – è scritto nel decreto di perquisizione – dei ministeri competenti per materia (Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell’Ambiente) l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare (Decreto interministeriale in materia di incentivazione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile) e di iniziativa governativa di rango legislativo (legge Mille proroghe, legge di Stabilità, legge di Semplificazione) ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto ‘mini-eolicò”. Sul punto l’avvocato Fabio Pinelli, difensore di Siri, precisa che “gli emendamenti in discussione avevano come destinatari i produttori di energia da mini-eolico, il cui Consorzio è stato regolarmente accreditato al Mise”. Per il penalista, inoltre, “l’interesse pubblico si persegue attraverso scelte normative che possono riguardare sia la totalità dei cittadini che determinate categorie produttive”.

Articolo Precedente

Stupro Viterbo, no ai domiciliari. Chiricozzi e Licci restano in carcere

next
Articolo Successivo

Processo Ruby, Polanco a Non è l’Arena: “Qualche bugia in tribunale l’ho detta, ho detto tantissime bugie”

next