Il centro sociale occupato Pedro, area antagonista padovana, con un post Facebook definisce una “legittima ed estemporanea reazione” il pestaggio avvenuto la sera del 25 aprile in un bar di un ex consigliere comunale leghista e di un militante di Casapound. Lo si legge nella nota a corredo della copia del titolo di un giornale locale che dava conto delle indagini della Digos mirate a identificare una quindicina di partecipanti al raid punitivo tra i ragazzi del Pedro e gli ex militanti del collettivo Gramigna. Per dare una giustificazione all’aggressione, viene ricordata la legittimità della violenza usata dai partigiani nei confronti dei nazifascisti.

È stato proprio al grido di “Fascisti! Fascisti!” che è partito l’assalto all’interno del bar Strasse, vicino a piazza delle Erbe, che ha avuto come obiettivi l’ex consigliere comunale leghista Nicolò Calore, di 32 anni, e l’artista Alberto Bortoluzzi, 31 anni di Casapound, che erano assieme a una loro amica. Uno dei due è stato medicato al pronto soccorso per una ferita a un orecchio. “La ricerca del mostro in prima pagina ormai è prassi ed è un vecchio nastro che a distanza di decenni funziona sempre. – scrive il Pedro – Veniamo tirati in ballo in una storia della quale fino a oggi eravamo attori sconosciuti. Uno pseudo artista di Casapound e un lacchè di Salvini vengono assaliti/aggrediti in un bar del centro cittadino. In particolare il giovane salviniano desta subito particolare foga nel farsi addirittura fotografare con il questore Fassari e il sottosegretario leghista Ostellari davanti alla questura. Ma se è stato aggredito, dove sono i segni di questa aggressione?”.

Gli antagonisti se la prendono con i giornali locali. “Si vuole forzatamente far passare per ‘raid punitivo’ una legittima ed estemporanea reazione a una provocazione fatta da un fascista dichiarato proprio il 25 Aprile. In questo pullulare di articoli e prese di posizione c’è chi, dalle colonne del Mattino di Padova, ci invita a riflettere intorno al valore della Festa della Liberazione, ma dimenticando che i partigiani non si sono mai fatti scrupolo di utilizzare la violenza per combattere il nazifascismo”. I rappresentanti del Pedro continuano: “Non abbiamo mai interpretato questa giornata come un simulacro vuoto, ma abbiamo sempre valorizzato la continuità storica di questa giornata lottando contro le vecchie e nuove forme di oppressione della libertà. Siamo noi che invitiamo pubblicamente a riflettere sul significato contemporaneo della ‘violenza’, in particolare su quella violenza mediatica contro una compagna e contro tutte le antifasciste pestate in piazza lo scorso 29 marzo”. Il riferimento è agli scontri avvenuti un mese fa, quando i “pedrini” manifestarono contro una marcia anti-aborto di Forza Nuova.

Le dichiarazioni del “Pedro” hanno registrato numerose prese di distanza. A cominciare dalla presidente padovana dell’Anpi, Floriana Rizzetto: “I partigiani certamente non si ponevano il problema di essere teneri, ma c’era una guerra in atto, con milizie e brigate nere che facevano stragi ed eccidi. La loro era una risposta armata. Oggi la lotta contro i rigurgiti fascisti ci dev’essere, ma in forme democratiche. Per cui rifiutiamo la violenza. Non è il nostro modo di agire e di esprimerci”. Posizione analoga per il sindaco di Padova, Sergio Giordani: “Penso che gli atti violenti non siano accettabili e continuerò a condannarli come ho fatto sempre”.

I ragazzi del Pedro hanno diffuso una seconda nota, che promette nuovi lampi per le vie di Padova. Assicurano che parteciperanno alla passeggiata antiviolenza organizzata dalla Lega per condannare il pestaggio: “Proprio perché il governo di fatto sdogana le violenze fasciste, vili per definizione, riteniamo sia corretto portare questo nostro punto di vista in quella passeggiata”.

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