“Erano in tre, uno aveva una spranga. Volevo sparare senza ferirli ma il primo pensiero è andato alla mia ragazza che era in casa con me. Se quella persona non fosse entrata in casa mia non sarebbe successo nulla. Parla così anche Salvini? Magari lo dice in maniera più colorita però il discorso è lo stesso. Quanti colpi ho esploso? Non lo sapevo effettivamente. La cosa che mi ha colpito è che il rumore dei colpi, sotto effetto dell’adrenalina, sembrava rumore di miccette. Sono un tiratore sportivo, maneggio armi”. A parlare è Andrea Pulone, il 29enne di Monterotondo che nel tardo pomeriggio di venerdì ha sorpreso tre persone che tentavano di introdursi in casa sua e ha sparato ferendo un 16enne abanese con un precedente per furto, poi scaricato dai suoi presunti complici intorno alla mezzanotte al Gemelli di Roma in gravissime condizioni. Il giovane è stato operato d’urgenza e ora si trova ricoverato in terapia intensiva, come riporta Il Messaggero: è stato colpito al bacino e le schegge dell’osso gli hanno perforato l’intestino. L’intervento è riuscito e il 16enne è cosciente ma i medici hanno fatto sapere che la prognosi potrà essere sciolta solo tra sette giorni.

In queste ore gli inquirenti sono “alla ricerca dei complici che hanno tentato il furto”, come ha detto il procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto che ha fatto sapere anche che è stata disposta una vigilanza 24 ore su 24 nei confronti del proprietario dell’abitazione. “Stiamo mettendo in fila tutti i tasselli di questa vicenda per poi procedere, nella giornata di domani, a formalizzare le nostre determinazioni nel registro degli indagati. Al momento – ha aggiunto il procuratore – il reato per cui procediamo è quello di furto in abitazione“. Il pm ha tenuto a precisare però che “le eventuali decisioni di iscrivere nel registro degli indagati l’autore degli spari non è influenzata dalla nuova norma sulla legittima difesa che, tra l’altro, non è ancora entrata in vigore“.

IL RACCONTO DELL’ACCADUTO – “È stato un evento che uno non si aspetta di poter vivere – ha ricostruito Andrea Plutone ai microfoni di Radio Cusano Campus – . I dettagli li stanno raccogliendo gli inquirenti. C’è stata questa intrusione in casa. Ho sentito dei rumori, sono andato a prendere la pistola in cassaforte. Dopo aver preso la pistola dalla cassaforte sono andato verso la stanza dalla quale provenivano i rumori. Ho sentito una resistenza quando ho provato a spingere questa porta. Ho spinto con forza e mi sono trovato di fronte tre persone. Uno reggeva la porta per non farmi entrare e poi ce ne erano altri due. Me li sono trovati davanti con una spranga di ferro”.

La reazione è stata immediata: “Ho sparato e loro si sono dati alla fuga. Per me è stato un bello spavento. Quanti colpi ho esploso? Non lo sapevo effettivamente. La cosa che mi ha colpito è che il rumore dei colpi, sotto effetto dell’adrenalina, sembrava rumore di miccette. Sono un tiratore sportivo, maneggio armi. Loro sono immediatamente scappati ma non ho visto l’auto con la quale scappavano. Quando se ne sono andati ho capito di aver sventato un rischio enorme. I miei genitori erano in Portogallo, pensavano di poter agire in modo indisturbato”. Lo rifarebbe? “Nel momento in cui una persona purtroppo intraprende un percorso di vita dedito al crimine è quella stessa persona a mettere in pericolo la sua vita. Se non fosse entrato nella proprietà tutto questo non sarebbe successo”, ha concluso Plutone.

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