Agenti antisommossa, idranti in funziona preventiva, gli autoblindo della polizia di stato, dei carabinieri e della guardia di finanza e almeno due elicotteri. Sono stati mille gli agenti delle forze dell’ordine impiegati stamattina all’alba per lo sgombero della baraccopoli di San Ferdinando. Le ruspe sono entrate in funzione alle 8, subito dopo che il dispositivo di sicurezza si era posizionato. Nel ghetto però c’erano solo 300 migranti distribuiti tra i Cas e gli ex-Sprar. Chi si è rifiutato o non aveva diritto è stato trasferito nella nuova tendopoli, a 200 metri dalla baraccopoli.  “È stata un’operazione sproporzionata – ha commentato il sindacalista dell’Usb Patrick Konde – I ragazzi erano preparati ad andare via perché qui la situazione era invivibile”.  “Ho vergogna di vivere in Italia” si sfoga un migrante. Mentre per Aurelio Monte, altro sindacalista dell’Usb, “oggi si vuole nascondere la testa sotto la sabbia. Questo sgombero non risolve i problemi. Chiediamo una casa dignitosa dove questi ragazzi possono vivere in tranquillità”. “Quello che sta avvenendo è qualcosa di irreale. – aggiunge Monte – Si è voluto dare una dimostrazione di forza da parte del ministro Salvini. Molti di questi migranti andranno nelle campagne e troveranno un’alternativa alla baraccopoli”.

Al ministro dell’Interno, che stamattina ha detto che si è passati “dalle parole ai fatti”, risponde la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio: “Lui si prende il merito che ha fatto lo sgombero. Ma se dovevamo farlo così francamente non era la cosa più giusta. Se questi sono i fatti, basta trattare le vite umani come pacchi postali o come quando lascia i migranti sulle navi”.
Entusiasta, invece, il prefetto Michele Di Bari secondo cui “l’obiettivo più importante, il superamento della baraccopoli, si sta serenamente realizzando coniugando legalità a senso di umanità”.  “Spero che gli impegni presi dal prefetto – avverte Abdel Ilah El Afia della Flai-Cgil – siano mantenuti. Noi siamo responsabili e non permetteremo a nessuno di lasciare dormire le persone in mezzo alla strada”

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