Trenta costituzionalisti hanno scritto una lettera-appello al capo dello Stato Sergio Mattarella e ai presidenti di Camera e Senato per chiedere garanzie sul ddl Autonomia. Nel testo esprimono “forte preoccupazione per le modalità di attuazione finora seguite nelle intese sul regionalismo differenziato e per il rischio di marginalizzazione del ruolo del Parlamento, luogo di tutela degli interessi nazionali”. E chiedono che sia garantito “il ruolo del Parlamento anche rispetto alle esigenze sottese a uno sviluppo equilibrato e solidale del regionalismo italiano, a garanzia dell’unità del Paese”.

L’appello è stato firmato tra gli altri da tre presidenti emeriti della Consulta: Francesco Amirante, Giuseppe Tesauro e Francesco Paolo Casavola. Ed è stato predisposto dal professore Andrea Patroni Griffi, ordinario nell’Università della Campania L. Vanvitelli. “Le ulteriori forme di autonomia non possono riguardare la mera volontà espressa in un accordo tra Governo e Regione interessata, avendo conseguenze sul piano della forma di Stato e dell’assetto complessivo del regionalismo italiano”, sostengono i 30 costituzionalisti, convinti che “i parlamentari, come rappresentanti della Nazione, devono essere infatti chiamati a intervenire, qualora lo riterranno, anche con emendamenti sostanziali che possano incidere sulle intese, in modo da ritrovare un nuovo accordo, prima della definitiva votazione sulla legge”.

“Anche nell’approvazione dei primi Statuti del 1972 il Parlamento svolse un ruolo incisivo- ricordano-. La fisionomia delle regioni, infatti, riflette quella dell’intero Paese e non riguarda solo i singoli governi regionali”. Per questo” l’approvazione parlamentare non può essere meramente formale; la previsione della legge nell’articolo 116, comma 3 della Costituzione è posta a garanzia che l’autonomia negoziata dalle regioni richiedenti si inserisca armonicamente nell’ordinamento complessivo della Repubblica. Il ruolo del Parlamento, nell’articolo 116, è finalizzato a tutelare le istanze unitarie a fronte di richieste autonomistiche avanzate dalle Regioni che possono andare proprio in danno a tali istanze unitarie”.

Intanto giovedì 7 marzo, alle 8.30, la Commissione parlamentare per le questioni regionali continuerà l’audizione della ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, in ordine alle materie di interesse dell’organismo. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta webtv.

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